sabato 23 giugno 2012

Big Bang Italia, Matteo Renzi, riunione degli amministratori locali a Firenze


Aderisco con entusiasmo all'iniziativa di Matteo Renzi e colgo l'invito di non limitarci a dei cahiers de doléances ma portare un'ondata di positività. Sono consigliere comunale di Barzanò, 5000 abitanti in provincia di Lecco. Siamo (io e la lista civica di cui faccio orgogliosamente parte) in amministrazione da un anno ormai. Grandi opere non ne potremo fare, in compenso abbiamo mantenuto quella bizzarra promessa con cui abbiamo vinto le elezioni “Non faremo niente”. Non fraintendetemi, in realtà stiamo facendo e, nei limiti del possibile e dei vincoli di bilancio, stiamo facendo anche tanto. Non faremo niente significa che non illuderemo i cittadini con sogni irrealizzabili, faremo quello che ci è consentito fare con realismo, ottimizzando le risorse, evitando gli sprechi, cercando di mettere amore e cura anche nei piccoli interventi quotidiani (manutenzioni, riparazioni ecc...). Significa anche che ogni volta che dobbiamo prendere una decisione difficile, dolorosa (penso alla recente scelta in materia di IMU e introduzione dell'addizionale comunale) scendiamo in piazza, andiamo nelle frazioni e ci confrontiamo coi cittadini, i quali ad oggi stanno apprezzando il nostro modo di fare e concepire la politica. E questo è per chi amministra la massima gioia, da questo l'Amministrazione trae la sua forza per continuare la propria azione, nonostante tutti i vincoli di legge e gli oneri che pesano sui Comuni. Lo spirito della politica locale deve pervadere anche la politica nazionale. Occorre un ricambio generazionale, culturale. Occorre che lo spirito del volontariato che anima gli amministratori locali sia lo stesso anche dei politici nazionali. 

martedì 12 giugno 2012

Ripensare il Patto di Stabilità e favorire la crescita


Già un anno è passato da quando la lista civica di cui faccio parte (oggi come capogruppo consiliare di maggioranza) ha vinto le elezioni. Una lista giovane, di volti nuovi, con tante e variegate competenze ma soprattutto con tantissima voglia di fare. Abbiamo vinto contro ogni aspettativa e ci siamo trovati dinnanzi all'impresa più bella ma al contempo difficile: amministrare. E amministrare al giorno d'oggi, significa anzitutto fare i conti con il "famigerato" patto di stabilità, capirne i meccanismi e sforzarsi di rispettarli (e soprattutto, la sfida più importante per un amministratore, farli comprendere e accettare anche ai propri concittadini i quali reclamano interventi sul territorio e servizi).
Fare i conti con il Patto di stabilità, non è certo cosa da poco – lo sanno bene tutti gli amministratori locali (e devo dire che lo stanno capendo pian piano anche i cittadini, ormai sempre più solidali con i loro amministratori impotenti di fronte ai meccanismi del patto). Eppure credo sia troppo semplice (nonchè ingeneroso) demonizzare in assoluto il Patto di Stabilità. Come sempre, occorre analizzare e ponderare. 
Intanto, è apprezzabile e condivisibile la finalità del patto di stabilità: garantire la convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht. La ratio è quella di ottimizzare l'utilizzo di risorse pubbliche ed evitare gli sprechi: a tale proposito vengono previste sanzioni per gli enti territoriali che non rispettano I vincoli del patto. Il Patto di Stabilità e Crescita ha fissato dunque i confini in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento all'interno dei quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente: a tale proposito ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il Patto di Stabilità e Crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente la gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo (Patto di stabilità Interno).
I vincoli del Patto oggi, tuttavia, sono troppo cogenti e penalizzano anche quei Comuni che gestiscono senza sprechi (o quantomeno cercando di limitarli il più possibile) le proprie risorse. Solo a titolo esemplificativo, da una recente indagine Ifel (della quale ha dato conto il Sole 24 ore) risulterebbe che tra il 2007 e il 2011 il Patto di Stabilità avrebbe lasciato inalterati I livelli di spesa corrente, abbattendo del 33% il tasso medio di investimenti locali,
L'eccessivo rigore per mettere in salvo i conti pubblici rischia di frenare la crescita. L'appello più volte reiterato dei Comuni a riprensare e rimodulare i vincoli del patto di stabilità non deve essere lasciato cadere nel vuoto.

domenica 3 giugno 2012

RIFORMA DELLA SCUOLA E DELL'UNIVERSITA' - LA PROPOSTA DEL MINISTRO PROFUMO

Un'ottima proposta quella avanzata dal Ministro Profumo. Finalmente un serio tentativo di riformare, svecchiando, incentivando e premiando il merito. Come tutte le proposte lungimiranti e innovative, ecco le reazioni conservatrici delle forze politiche. La prima riportata dai giornali è, ahimè, quella del Partito Democratico. 
Proprio non capisco, il merito fa così paura? Spero che, come ultimamente troppo spesso accade, la proposta non venga svuotata di contenuto e snaturata.