domenica 12 agosto 2012

Accesso alla professione forense: la proposta Severino

Leggo con piacere quanto dichiarato dal Ministro della Giustizia Paola Severino (l'avvocato Severino) in materia di accesso alla professione forense. Il Ministro ha dichiarato che tra le priorità del governo, al rientro della pausa estiva, vi sarà la riforma della professione di avvocato, a partire dalle modalità di accesso a detta professione. In particolare, è allo studio dei Ministri Severino e Profumo (Istruzione e Università) una riformulazione del corso di laurea in giurisprudenza strutturato come segue: triennio comune e biennio specializzante per chi vuole accedere all'avvocatura. Lo scopo dichiarato è di evitare che la facoltà di giurisprudenza diventi una sorta di parcheggio per studenti indecisi sul proprio futuro e che - ancora peggio - alla professione forense accedano coloro i quali hanno fallito nei concorsi pubblici e si vedono pertanto costretti a riconvertirsi. La riforma vorrebbe restituire dignità e prestigio alla figura dell'avvocato, facendo sì che a tale professione acceda chi sia davvero convinto che quella sarà la sua strada, la sua missione (ritengo che fare l'avvocato sia per certi aspetti una missione, nella misura in cui ci si impegna a garantire un effettivo diritto di difesa).
La proposta mi sembra condivisibile e mi auguro possa diventare concreta.
In primo luogo perchè opera una selezione tra i candidati alla professione, consentendo l'accesso ai più motivati e riducendo il numero di aspiranti. 
In secondo luogo perchè attraverso il biennio specializzante si fornisce (si potrebbe fornire) l'acquisizione di competenze teoriche ma anche tecniche e pratiche (ritengo fondamentale prendere ispirazione dai modelli anglosassoni dove la formazione del giurista ha anche un taglio pratico).
Ovviamente la riforma dovrà accompagnarsi a un ripensamento del ruolo e della disciplina del tirocinio professionale e dell'esame di stato. L'Università, a mio avviso, dovrebbe essere nelle condizioni di poter garantire l'effettiva conoscenza del diritto da parte del laureato e pertanto l'esame di stato non dovrebbe testare nuovamente le conoscenze teoriche del candidato - altrimenti l'università vedrebbe svilito il proprio compito di formazione. Di qui due alternative: o è l'università stessa a rilasciare il titolo abilitante alla professione o altrimenti l'esame di stato va ripensato secondo un taglio più pratico.
Personalmente, opterei per la prima soluzione, lasciando la successiva selezione al mercato - solo i professionisti in grado di fornire una adeguata e qualificata assistenza in materia legale riusciranno a sopravvivere.



lunedì 6 agosto 2012

vita da Capogruppo...Pgt


fonte Casateonline

''Prendiamo atto delle numerose e dettagliate osservazioni formulate dai consiglieri di minoranza'' ha affermato il capogruppo Edoardo Colzani ''Mi sento in primo luogo di respingere in quanto gratuita ed infondata, la provocazione in base a cui la maggioranza non avrebbe piena coscienza di ciò che sta per approvare. Il Pgt come presentato oggi è stato il prodotto di una ampia discussione interna al gruppo e all'amministrazione cui hanno preso parte tutti I consiglieri oltre a una serie di incontri istituzionali cui hanno preso parte solo I più referenziati del gruppo quanto a competenze tecniche. L'idea di paese che emerge dal documento in esame - che comunque non è ancora definitivo, ed anzi è ancora migliorabile - è l'idea condivisa dal gruppo, e illustrata anche ai cittadini negli incontri di frazione. Prendo infine atto della volontà delle minoranze di cooperare alla redazione del Pgt, apprezzando il lavoro svolto nelle due sedute di consiglio comunale e invitandole a collaborare attivamente con l'amministrazione comunale nella fase delle osservazioni in tutte le sedi istituzionali''.