giovedì 25 aprile 2013

TOTO-MINISTRI PER UN GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE


fossi Letta, ecco il governo che proporrei:

1) Pubblica amministrazione e per la semplificazione: FRANCO FRATTINI (pdl)
2) Affari Esteri EMMA BONINO (radicali)
3) Interno ANNA MARIA CANCELLIERI (tecnico)
4) Giustizia FELICE CASSON (pd)
5) Difesa MARCELLO PERA (Pdl)
6) Economia e Finanze ALBERTO QUADRIO CURZIO (tecnico)
7) Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti IRENE TINAGLI (scelta civica)
8) Politiche Agricole, Alimentari e Forestali FLAVIO TOSI (lega)
9) Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare SERGIO CHIAMPARINO (pd)
10) Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari opportunità PAOLO GENTILONI (pd)
11) Istruzione, Università e Ricerca EDOARDO NESI (Scelta civica)
12) Beni e Attività Culturali MASSIMO CACCIARI
13) Salute ANNA FINOCCHIARO (pd)

sabato 13 aprile 2013

Contro la povertà?

Oggi il Partito democratico manifesta contro la povertà...bello, giusto, bravi....ma vi siete fatti una domanda?Oggi per combattere la povertà serve una manifestazione di piazza o un governo credibile che faccia le riforme?Ecco, sì, esatto, serve il governo serio capace di fare le riforme. Bene, ce l'abbiamo?
NO!
Di chi è la colpa? Forse di chi oggi manifesta contro la povertà anzichè darsi da fare per le vie istituzionali e cercare di dar vita a un governo credibile?
Siamo senza governo da 47 giorni.
Dice Bersani «L'ho detto anche in cinese: ci siamo se serviamo alla causa. Se sono di intralcio mi faccio da parte. Io testardo, ma dove siamo arrivati? C'è una politica disinteressata e costituzionale».
47 giorni mi sembrano abbastanza per dire che sei di intralcio alla causa.
Concludo con una citazione: 
"Possibile che la politica italiana - e per politica intendo partiti, opinione pubblica, giornalisti - abbia di se stessa un'opinione così negativa da dare per scontato che ciò che all'estero ha funzionato (ad esempio in Germania una decina d'anni fa) da noi possa trasformarsi in un mostruoso patto di potere? In fondo i cittadini-elettori il loro messaggio l'hanno già mandato, ed è un messaggio chiaro: cari politici, così non potete andare avanti, o vi ritirate o cambiate registro".Luca Ricolfi, La Stampa, 12 aprile 2013

sabato 6 aprile 2013

la gaffe del saggio Onida

Vittima o meno di uno scherzo (di pessimo gusto?) da parte del programma radiofonico La Zanzara, fatto sta che le sue parole contengono ahinoi una triste verità.

L'Italia ancora una volta si dimostra un Paese debole, incapace di esprimere una maggioranza chiara di governo.

Bersani si è rivelato un non leader, incapace di prendere le redini di un Paese alla deriva.

La credibilità così difficilmente riconquistata grazie a Mario Monti, è persa a un mese circa di distanza dall'ultima tornata elettorale. Certo, colpa anche di Monti che ha deciso di "salire" in politica, perdendo così un ruolo super partes che tranquillizzava l'Europa e che gli avrebbe consentito con buone probabilità di prendere il posto di Giorgio Napolitano.

Invece oggi ci troviamo con un Monti in carica che però non ha più la stessa forza e autorevolezza di prima, oltre per la sua salita/discesa in politica anche per la imperdonabile gaffe sulla vicenda dei Marò (ma anche qui parlare di gaffe è un eufemismo)....con un Napolitano che a breve lascerà il suo posto ma non si sa a chi....e con un gruppetto di saggi che cercherà di tranquillizzare l'Europa e i Mercati, provando a fare in 10 giorni quello che la nostra classe politica non è riuscita a fare in anni....

L'emergenza italiana, tanto per cambiare, resta la legge elettorale...
Dei problemi veri (le imprese in crisi, i fondi alla ricerca, il lavoro ai giovani, la burocrazia opprimente, l'imposizione fiscale oltre i limiti) forse chissà se ne occuperanno al prossimo giro i "Dotti" che sostituiranno i "saggi" che hanno sostituito i "tecnici" che hanno sostituito i "politici".

lunedì 1 aprile 2013

politica locale....


Osservazioni a margine del mio primo intervento in Consiglio Comunale...quando ero il capogruppo della maggioranza/ critiche e autocritica per una nuova gestione del consiglio comunale.

A nome del gruppo consiliare di Impegno Civico vorrei portare la vostra attenzione sulle funzioni e sul ruolo che questo organo ha e deve avere nella gestione del paese.
Troppo spesso negli anni passati il Consiglio Comunale è stato svilito nelle sue funzioni, riducendolo a una assemblea nella quale venivano ratificate alcune delle decisioni dell'esecutivo.
Nella maggior parte dei casi, I consiglieri di maggioranza esprimevano il loro voto a favore, quelli di minoranza il loro voto contrario, la dialettica interna era così ridotta e la presenza e il ruolo dei consiglieri stessi morticata. Ci auguriamo che questo da oggi non accada più.

Ecco, su questo punto è stato fatto molto poco. Salvo l'introduzione della conferenza capigruppo, nihil sub sole novi.

Il consiglio comunale che oggi si insedia è profondamente rinnovato nei volti e nelle idee. Come evidenziato dalla stampa locale (casateonline), quest'anno in tutto il casatese s'è registrato un positivo cambiamento a livello di politica locale con un rinnovamento significativo degli organi di governo. Durante la campagna elettorale abbiamo tutti registrato con piacere l'entusiamo e la voglia di mettersi in gioco soprattutto dei più giovani. C'è nel paese una voglia di cambiamento che non dobbiamo deludere. In questo senso, dunque, mi rivolgo ai colleghi consiglieri della minoranza invitandoli a collaborare tutti assieme, al di là delle appartenze ai gruppi, per il bene del paese. Questo richiederà un enorme impegno da parte di tutti, lo sforzo di proporre anzichè solamente criticare e soprattutto la necessità di una sana e vivace discussione durante I consigli che non sfoci mai nella polemica pretestuosa nè tantomeno nell'opposizione a oltranza.

Fino ad oggi non è stato possibile. Anche per questo mi costituisco indipendente per cercare di stimolare questa collaborazione.

A tale proposito,vorrei ricordare che sulla base dell'art. 17 del nostro regolamento I consiglieri hanno diritto di iniziativa su ogni argomento sottoposto a deliberazione del Consiglio Comunale, I consiglieri hanno facoltà di presentare proposte di deliberazioni concernenti materie comprese nella competenza del Consiglio Comunale stabilita dalla legge e dallo Statuto; I consiglieri hanno altresì facoltà di presentare emendamenti sulle proposte di deliberazione iscritte all'ordine del giorno.
Rientrano altresì tra le prerogative dei consiglieri, ex art. 18 regolamento, la presentazione di interrogazioni e di mozioni. Tutti questi strumenti, se utilizzati correttamente, con spirito propositivo e collaborativo, sicuramente gioveranno alla discussione pubblica sui problemi del paese e permetteranno agli amministratori di prendere scelte condivise e ben ponderate per quel che riguarda il futuro del paese. Non facciamone dunque un cattivo uso, I cittadini non lo capirebbero!

Troppe poche le mozioni presentate e discusse.
Le interrogazioni vanno bene ma non consentono il dibattito.
Per rivitalizzare il consiglio comunale e riportare il dibattito politico in consiglio invito tutti - e mi impegno io per primo - a prediligere laddove possibile lo strumento della mozione.

Per rendere possibile una proficua collaborazione tra gruppi consiliari, vorrei inoltre richiamare l'attenzione dei presenti su una disposizione del nostro regolamento del consiglio comunale che a mio avviso dovrebbe trovare piena attuazione.
La conferenza dei capigruppo di cui all'art. 9: ritengo giusto coinvolgere I gruppi consiliari nella definizione dell'ordine del giorno di ciascun consiglio. Questo per evitare, come spesso accade, che alcuni ordini del giorno siano molto corposi e che altri invece non lo siano per niente. Mi auguro durante questi 5 anni non capiterà mai che il consiglio comunale venga convocato per discutere un solo punto all'ordine del giorno.

Oggi la conferenza si fa. In genere si prende atto dei punti all'o.d.g. E si presentano succintamente I contenuti. Sarebbe bello – ma ci vuole tempo (e in questo faccio autocritica) e disponibilità, oltre che un perfetto coordinamento con gli uffici – poter discutere in conferenza capigruppo quali argomenti portare al prossimo consiglio e non solo decidere l'ordine di discussione degli argomenti da portare (già individuati prima della capigruppo).

Invito tutti a riflettere sull'opportunità di individuare un giorno della settimana fisso nel quale convocare I consigli comunali. Tale giorno dovrà essere scelto col consenso di tutti sulla base degli impegni lavorati e familiari che consiglieri e assessori possono avere. Questo oltre a consentire una maggiore efficienza nella programmazione dei consigli garantirebbe il diritto di tutti I consiglieri a presenziare all'attività del consiglio comunale.

Più in generale, vorrei richiamare l'attenzione alle disposizioni del regolamento comunale invitando tutti a una rigorosa osservanza delle stesse, più di quanto si sia fatto in passato, sia per quel che riguarda le modalità di svolgimento delle sedute, sia per quel che riguarda I diritti di iniziativa dei consiglieri tutti, di maggioranza e di minoranza, sia infine per quel che riguarda l'adozione di strumenti volti a garantire una cooperazione sinergica tra maggioranza e minoranza.

Sollecito maggior rispetto del regolamento del consiglio comunale. Invito il Sindaco a designare un soggetto terzo che coordini e diriga il consiglio comunale al suo posto e ciò al fine di evitare i soliti sterili battibecchi tra sindaco ed ex sindaco in consiglio comunale. Spettacolo irrispettoso per l'Istituzione che rappresentiamo.

Sicuro che tutti voi vorrete rispondere positivamente a questa nostra richiesta e sicuro che in queste condizioni il Consiglio comunale potrà svolgere al meglio le sue funzioni, rinnovo a nome di tutto il gruppo gli auguri di buon lavoro a tutti I consiglieri, alla giunta comunale e al Sindaco.

Dalla mia nuova posizione di consigliere indipendente sollecito a ripartire da zero, in un clima più collaborativo.
Faccio altresì gli auguri di buon lavoro al nuovo capogruppo di Impegno Civico.

interessanti spunti d'analisi....from Gianbattista Rosa

 interessanti spunti d'analisi. mi ritrovo in particolare molto nelle considerazioni di cui al punto 1, l'elettorato ci ha dimostrato di ragionare in ottica bipolare e credo che Fare si inserisca a pieno titolo quale alternativa alla sinistra in sostituzione di un centrodestra troppo accentrato su Berlusconi: occorre dunque intercettare il disagio degli elementi sani nell'attuale centrodestra. Bene anche l'idea di ripartire dal lavoro sul territorio con iniziative e proposte concrete. Sul discorso leadership non so (nè voglio) dare alcun un giudizio, certo è che dal congresso dovrò uscire rafforzato il partito con una struttura e delle solide idee (di cui i 10 punti sono sicuramente la base)
  • UN CONGRESSO PER DECIDERE

    Tre proposte, a titolo personale, per un congresso che non sia solo uno scontro di personalità ma una occasione per rilanciare il nostro movimento, oggi attivissimo a guardarsi l'ombelico al microscopio, nella vita politica reale:

    1) COLLOCARSI AL CENTRODESTRA

    Abbiamo insistito sul superamento delle categorie dx-sx, perchè in parte superate, e perchè il cdx berlusconiano non è una moderna destra liberale. Le elezioni dimostrano però che questa simbologia mantiene intatto il suo richiamo, e che quando lo perde apre spazio al becerume politico assoluto, leggi il grillismo. E' così in tutto il mondo occidentale: i movimenti al di fuori dalle grandi tradizioni liberale-moderata e socialista si gonfiano e poi evaporano, con l'unica parziale eccezione dei verdi tedeschi.
    La nostra proposta politica è di fatto alternativa alla sinistra: perchè mascherarla da trasversale, quando trasversale non è ?
    La nostra deve essere una battaglia culturale ancor prima che politica ed economica: Berlusconi è un accidente, speriamo presto superabile, mentre l'asservimento alla cultura della dipendenza dallo Stato, del concetto di "diritto" come pretesa, è una battaglia, anzi LA battaglia, da cui dipenderà la salvezza dell' Europa.
    Credo che saremo molto più efficaci se faremo nostra la missione che già si diedero la Thatcher e Reagan: trasformare la destra del loro paese dal movimento che guardava al passato a quello che guidava verso il futuro. Questo NON vuol dire affatto schierarsi con Berlusconi, ma semplificare il lessico per dare ai suoi elettori una più attraente alternativa, e soprattutto evitare ogni ammiccamento alla sinistra: qualche uscita infelice di simpatia per Ambrosoli è stata una delle cause per le quali alle regionali lombarde abbiamo preso la metà dei voti rispetto alle politiche.

    2) PUNTARE DAVVERO SUL FEDERALISMO

    Il nostro partito deve ricostruirsi su basi leggere e federali, mi sembrerebbe folle pensare il contrario. Ma questo deve essere il riflesso di una revisione globale del ruolo dello Stato, che in coerenza con il nostro programma deve mantenere una visione centralista solo su pochi assi strategici e dove esistano comprovate economie di sistema. Da Jefferson, a Tocqueville e a Roepke si sa che l'anticentralismo radicale è il collante che deve tenere assieme le diverse culture che privilegiano la persona e la diversità rispetto all'uniformità giacobina, e questa esigenza culturale trova oggi una drammatica conferma nei dissesti finanziari europei, che richiedono un ridisegno complessivo del meccanismo statale. In Italia nessuno, nemmeno la Lega, ha mai tentato seriamente di proporre un modello di Stato federale: perchè non provarci noi ?

    3) LA LEADERSHIP

    Pareto diceva degli "slogan", che spesso più che esprimere una idea forte, servono a nasconderne l' assenza. Ho lo stesso dubbio sulla esigenza di leadership forte: utile sempre, indispensabile solo se il messaggio non è chiaro, perchè in assenza di un programma si vota uno "che ci pensa lui". L'unico leader carismatico rimasto in Fare è Michele Boldrin, che mi sta simpatico come tutte le persone intelligenti che non le mandano a dire, e del cui documento condivido molte analisi, ma che non ritengo votabile come leader per diverse ragioni: ne citerò solo due.
    La prima è che non condivido un modello di partito che, dichiarato appunto morto il "destra-sinistra", finisce a mio avviso a fare del movimentismo fine a se stesso, ammiccando ai "pirati" come riferimento ed ai grillini come "governance". Che ci posso fare, sono un borghese liberale non pentito, convinto che il mercato produca e si fondi anche su istituzioni, e la democrazia della rete come mistica e non come strumento non mi appartiene: la si usi per scegliere tra campo di pallacanestro e rifacimento del tetto del municipio, ma sta alla democrazia liberale quanto l'amicizia su FB sta a quella vera.
    La seconda ragione è che trovo, in Michele e in molti suoi seguaci (certo non in tutti) una aggressività verbale opinabile (mi hanno dato sia del "fascista" che del "comunista", credo sia un record) che riflette non inurbanità ma un modo di vedere il dissenziente come qualcuno che o è stupido o è ispirato da istinti malvagi. Vedo, in questo sì, un retaggio della cultura gruppettara in cui si è formato, nella quale l'avversario è necessariamente un nemico di classe da eliminare. Lo si è visto nel riscrivere la storia di Fare come se fosse stata una clamorosa serie di autogol, segnati da un una banda di Fantozzi e Macchia Nera mentre lui realizzava invece gol a raffica: io ricordo una storia diversa, con alcuni errori e tante cose buone, che stava viaggiando alla grande prima che Giannino andasse a sbattere contro se' stesso. Se questo è l'atteggiamento nei confronti di chi al 90% la pensa come te, come ci si rapporterà poi con i diversi-da-noi con i quali dovremo per forza in qualche modo allearci ? Noi non ci offendiamo se Michele scrive che il suo ruolo in Fare è stato quello di gettare perle ai porci (animale utilissimo nel quale mi identifico volentieri) ma, poichè lavoro da trenta anni per conciliare persone e ruoli nelle organizzazioni, ho il sospetto che non sia uno stile che paga nel "fare squadra". A Milano si dice "L'è minga el so mestè".
    Senza un "Chavez de noantri" che fare allora ? Darsi subito da fare per connotare meglio la nostra immagine, quale che sia il leader, con iniziative concrete: proposta di referendum abrogativo della Legge Fornero sulla occupazione, idem per il redditometro, Stati generali per il Federalismo con i quali stanare i (pochi) leghisti intelligenti, legge di iniziativa poplare per privatizzare la RAI e vendere quote di patrimonio pubblico, dai casotti ANAS a Finmeccanica, sfidare Renzi a scendere in campo con un programma concreto (un appoggio tattico a Renzi non è certo in contraddizione con una diversa scelta strategica), assalto al PDL sulla questione morale per far fare "outing", se ci sono, ai suoi elementi sani. Con queste battaglie si costruisce una leadership duratura e collettiva che non sia in balia di un pezzo di carta.