domenica 22 giugno 2014

Taci e paga!

"La fantasia vessatoria dello Stato Italiano non ha limiti, superando la regola naturale dei parassiti: se uccidi l'organismo da cui prelievi il sangue, alla fine muori"

cit. Paolo Bracalini

venerdì 20 giugno 2014

Traccia di maturità...ecco cosa avrei scelto

«Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l‟energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C‟è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d‟accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredità? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?»

Rifletti criticamente su questa posizione di Renzo Piano, articolando in modo motivato le tue considerazioni e
convinzioni al riguardo.

Renzo PIANO, Il rammendo delle periferie, “Il Sole 24 ORE” del 26 gennaio 2014

giovedì 19 giugno 2014

Inizio una nuova avventura (ma con le stesse idee)

mi sono convinto che non serve provare a costruire nuovi contenitori liberali. Il contenitore già esiste, ha una storia, una tradizione ora si tratta di costruire su queste basi il futuro. Riparto nella mia esperienza politica da qui, dal PLI. Le idee che mi guideranno sono sempre le stesse: libertà, merito, responsabilità.

domenica 15 giugno 2014

E' ufficiale: non abbiamo fermato il declino.

mi è spiaciuto non essere presente fisicamente all'Assemblea Nazionale di Roma per dire quello che penso. avrei preferito una soluzione più netta e chiara. Meglio una morta dignitosa piuttosto che l'accanimento terapeutico. Ciò non impedisce che la comunità umana che si è formata e di cui sono orgoglioso di far parte possa continuare in diversi modi a frequentarsi discutere e fare politica a vari livelli. L'eredità di Fare per tutti quelli che in un modo o nell'altro continueranno a far politica è secondo me un modus operandi, ossia parlare con numeri e dati alla mano, fare poca propaganda e più azioni concrete. Fare per me è stata anzitutto un'ottima palestra politica e una bellissima esperienza di vita.

sabato 14 giugno 2014

CONTRIBUTO ASSEMBLEA NAZIONALE: DAL FARE AI FATTI - Fare per Fermare il Declino

CONTRIBUTO ASSEMBLEA NAZIONALE: DAL FARE AI FATTI - Fare per Fermare il Declino



Domani non riuscirò a essere fisicamente a Roma. Ho dato delega a Franco Puglia. Condivido appieno l'analisi della sconfitta e le proposte per il futuro.



Purtroppo Fare - dopo ben due sonore batoste - non è stato in grado di compiere la propria missione. Le dimissioni della Dn sono un atto dovuto. Lo scioglimento pure.



Occorre ripartire da capo. Le idee restano buone ma occorre trovare un nuovo e diverso veicolo per diffonderle.

martedì 10 giugno 2014

un po' di politica locale....vita da minoranza consiliare

le mie dichiarazioni sul rendiconto finanziario:

Niente di nuovo sotto il sole. In questa maniera sintetica ed efficace avrei potuto sintetizzare il mio intervento, riproducendo le dichiarazioni di voto già presentate l'anno scorso. Allora come oggi votai astenendomi. E' sempre più difficile capire, con questa legislazione statale confusa e assurda, dove finiscono le responsabilità dello Stato e dove iniziano quelle dell'amministrazione in carica per i risultati che anche in questo mandato non si vedranno. Tante belle iniziative sociali e culturali ma nessun intervento incisivo sul territorio. Manca la programmazione, manca la progettualità. Si è persa la voglia di sognare e di progettare. Mi sembra si versi ormai in uno stato di rassegnazione.

lunedì 9 giugno 2014

BENI COMUNI

“Oltre i beni comuni?” - Incontro con Stefano Moroni, Politecnico di Milano
Giovedì 12 giugno ore 10.00, aula dottorati, Edificio U6, 2° piano, Facoltà di Giurisprudenza Università di Milano-Bicocca
Il dibattito scientifico sui beni comuni in Italia ha avuto impulso a partire dalla pubblicazione del noto “Manifesto dei beni comuni” a cura di Ugo Mattei nel 2011 - nello stesso anno il dibattito ha avuto altresì ripercussioni in ambito politico con i referendum sulla privatizzazione dell'acqua. Il dibattito scientifico sino ad oggi sembra aver data per presupposta la nozione di “beni comuni”, dando più spazio alla discussione su come tutelare i beni comuni. L'idea che accompagna l'espressione “beni comuni” è che si tratta di qualcosa di positivo e fondamentale, che non necessita di ulteriori specificazioni. 
Stefano Moroni Professore di Etica e Diritto del Territorio presso il Politecnico di Milano, propone di rileggere il dibattito sui beni comuni a partire da una discussione su che cosa designa l'espressione “beni comuni”. L'analisi relativa agli usi linguistici conduce lo studioso a evidenziare come sino ad oggi essa sia stata impiegata in modo approssimativo per indicare spesso cose completamente diverse. La proposta è quella di abbandonare l'attuale accezione dell'espressione “beni comuni” in favore di tre distinte e più specifiche accezioni.