domenica 2 aprile 2017

Il Ministro Madia e la tesi di dottorato

Ancora una volta il Ministro Madia fa parlare di sè.

Questa volta per motivi un po' più gravi di un gelato leccato in modo malizioso (ricorderete la stupida polemica su una rivista di gossip).

Pare che la Madia abbia copiato da altri autori nella sua tesi di dottorato. Lo fanno tutti gli studenti, direte voi. E in effetti è quello che ha sostenuto in sua difesa anche Vittorio Feltri in un editoriale: non c'è nulla di male ad ispirarsi ad altri.

Errore. Qui parla il dottore di ricerca che c'è in me nonchè il correlatore che per qualche anno ha tartassato poveri studenti di giurisprudenza.

Scrivere una tesi è una cosa seria, ancor più se si tratta di una tesi di dottorato.

Articolare un pensiero proprio, originale, argomentare in difesa di una tesi non è per nulla un gioco da ragazzi.

Non è tollerabile dare la laurea a chi copia, figuriamoci concedere il prestigioso titolo di Dottore di Ricerca.

La ricerca scientifica è una cosa seria. Un Ministro che ha copiato non è un buon esempio per i tanti giovani che con sacrificio si dedicano agli studi.

Non c'è nulla di mare a prendere spunto da altri. Ma un conto è la citazione, un conto il plagio.

Il caso Madia è la triste testimonianza che ancora una volta in Italia vincono i furbetti.




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