giovedì 20 settembre 2012

Amare considerazioni sulla politica di casa nostra

Quando fu affidato l'incarico di governo a Mario Monti pensai che finalmente l'Italia era sul punto di svoltare. Anzitutto Monti ci avrebbe restituito davanti al mondo quella credibilità che con Berlusconi purtroppo avevamo perso. Ma poi credevo che la sua azione avrebbe portato anche positivi sconvolgimenti interni. E le prime mosse sembravano andare nella direzione giusta. Se la determinazione che i Professori hanno messo nell'approvare una epocale riforma delle pensioni, l'avessero messa anche in tutti gli altri settori strategici per la crescita e lo sviluppo (tanto per citarne alcuni: riforma del lavoro, lotta alla corruzione, taglio ai costi della politica, riforma del sistema scolastico, revisione del patto di stabilità interno...), oggi avremmo un Paese diverso.

Il sogno, la speranza di un radicale cambiamento del Belpaese hanno però dovuto fare i conti con una triste realtà. Certo, i tecnici non devono rendere conto all'elettorato ma i politici nostrani che ancor oggi sono in parlamento sì. Ed ecco allora che il Governo Monti s'è trovato con le mani legate, dovendo sottostare alla volontà dei partiti che da un momento all'altro avrebbero potuto - possono, perchè la situazione è tutt'oggi precaria - far cadere questo governo e riportare nel caos il Paese con una nuova estenuante campagna elettorale, rimandando ancora una volta riforme che aspettano da troppo tempo.

Da tempo sento parlare di provvedimenti per la crescita, di buone intenzioni a cui non seguono provvedimenti concreti. Tante buone leggi sulla carta, pochi decreti attuativi. Consigli dei Ministri lunghissimi, risultati pochini (la famosa montagna che partorisce il topolino). E intanto il tempo passa inutilmente. E intanto il Paese resta fermo, ancorato al passato.

Il male dell'Italia è una eccessiva burocrazia. Si parla tanto di semplificazione ma ahinoi di semplice non c'è nulla. Ci si affida alle tecnologie per semplificare, ma non si danno alle P.A. e ai cittadini gli strumenti per trarre il meglio dalle tecnologie. Non basta promettere un computer per ogni studente, se poi alcuni insegnanti non sanno nemmeno che farsene di un computer. Non basta rendere tutte le pratiche telematiche se poi la struttura informatica è debole o il personale amministrativo non è in grado di gestirla.

Non si può parlare di sviluppo, promozione dell'imprenditoria giovanile e lasciare che per un giovane che decida di mettersi in proprio i costi superino i guadagni.

Il merito del Governo Monti è quello di aver sicuramente dettato una agenda. La mia grande preoccupazione è che, dopo Monti, resti solo l'agenda ma non vi sia alcuna forza politica intenzionata davvero ad attuarla.

Cambiare perché tutto resti uguale, questo il modo di ragionare che ci ha ridotto nelle condizioni in cui ci troviamo. Inutile dire che è il momento di invertire la rotta....

1 commento:

  1. Invertire la rotta presuppone che ci sia qualcuno che guidi la barca e un equipaggio onesto, volenterosi e collaboratiuvo. Fracamente Edoardo sono molto scoraggiata sia sul primo punto, sia soprattuto sul secondo. Che non sono solo i politici e gli amministratori: siamo tutti noi, gli italiani, il popolo vecchio e giovane.

    Anzi, forse, più il giovane perché vedo un cinismo e una rapacità degna dei peggiori anziani, con qualche luminosa eccezione di persone con degli ideali e con trasparenza.

    RispondiElimina