sabato 31 maggio 2014

Cosa Fare per andare oltre Fare


ANDARE OLTRE FARE. PER DAVVERO – VERSO UN CENTRODESTRA LIBERALE E LIBERISTA (anche libertario: forse chiedo troppo?)


Prima considerazione.

Abbiamo perso da soli nel 2013. Abbiamo perso in Scelta Europea nel 2014.

Ma non è che abbiamo solo perso. E' che abbiamo proprio preso delle percentuali irrilevanti. La nostra voce, soli o in compagnia di qualcuno, non è stata nemmeno sentita dagli elettori. Lo 0,7 è davvero un risultato troppo basso.

Seconda considerazione.

E' colpa degli elettori che non ci capiscono? Per nulla, la colpa è solo nostra che non ci siamo fatti capire e che non ci facciamo capire. Dobbiamo imparare dalle due legnate che abbiamo preso e ripensarci.

Terza considerazione.

Vogliamo continuare a fare i liberali da salotto? Decidiamoci. Se sì diventiamo un think tank. Se no, andiamo per davvero oltre Fare. Costruiamo per davvero qualcosa di nuovo.


La mia proposta è, ferma restando la necessità e utilità anche di think tanks, archiviamo l'esperienza di Fare e costruiamo qualcosa di nuovo, di più grande e di più appetibile per l'elettorato.

Ci sono due modi di fare politica – io lo sto imparando sulla mia pelle come consigliere comunale di un piccolo paese.

Il primo modo è di accettare di rimanere una forza marginale, predicare la purezza, e permettersi il lusso di criticare e proporre nella consapevolezza che tanto il nostro turno non arriverà mai.

Il secondo modo è quello di calarsi nella mischia, giocare la battaglia, continuando a preservare i proprio valori e la propria purezza, ma al contempo accettando la logica che purtroppo politica è anche compromesso. In parte questa era la strada che l'esperimento di Scelta Europea ha cercato di percorrere ma forse abbiamo sbagliato il percorso e il modo di costruire le alleanze.

Primo punto da chiarire.

Vogliamo continuare nella costruzione di una terza forza alternativa a destra e sinistra?

Oppure vogliamo accettare quello che due tornate elettorali ci hanno ormai ampiamente dimostrato, e cioè che l'elettorato italiano ormai è abituato a ragionare nell'ottica del bipolarismo (Bersani/Berlusconi, Grillo/Renzi)?

Secondo punto da chiarire.

Quale è il nostro giudizio su Matteo Renzi?

Terzo punto da chiarire.

Quale posizione vogliamo assumere rispetto ad un centrodestra allo sbando? Vogliamo lasciare che continui a sbandare o vogliamo prenderci l'onere di archiviare una stagione (quella di berlusconi e forza italia) e lavorare all'interno del centrodestra per dare all'Italia una forza di centrodestra liberale e liberista?

Perchè, secondo me, le istanze “più mercato”, “meno Stato”, “meno burocrazia”, “meno spesa”, “più merito”, passano dal centrodestra più che dal centrosinistra.

Renzi ha avuto un grande merito. Far diventare il Pd una forza socialdemocratica di stampo europeo. Apertura apprezzabile al mercato, ma pur sempre una timida apertura. Io dell'establishment del Pd non mi fido, scusate.

Ripartiamo dalle macerie dell'odierno centrodestra:
  1. Sosteniamo la battaglia degli amici Tea Party per le primarie del centrodestra. Individuiamo un nostro candidato, individuiamo una piattaforma programmatica.
  2. Chiediamo la Convocazione degli Stati Generali del Centrodestra
  3. Chiariamo la nostra posizione su Berlusconi Silvio e in ogni caso chiediamogli a gran voce di farsi da parte.
  4. Andiamo a dialogare con i valenti amministratori locali del centrodestra.
  5. Accettiamo di contaminarci anche con altre esperienze, senza però rinunciare alla nostra identità – anzi lottiamo a gran voca perchè questa identità emerga all'interno del nuovo contenitore
Dal punto di vista operativo:
  1. Sul destino di Fare. Assolutamente necessaria e imprescindibile la riappacificazione con gli amici di ALI – riscopriamo assieme la bellezza dei nostri 10 punti. Al diavolo i personalismi e gli screzi del passato. Salviamo il capitale umano, diamo un restyling all'esterno. Anche se a malincuore sforziamoci di andare oltre Fare, con nuovo simbolo e nuovo nome. Tempo massimo: entro l'estate. Il nuovo partito decida dove collocarsi all'interno del bipolarismo italiano e collabori con le forze più similari, avviando un'operazione di contagio sui metodi e sui contenuti.
  2. Continuamo il nostro “cammino per cambiare”: una delle note positive dell'ultima campagna elettorale è quella di aver costruito una rete di contatti sul territorio con altre forze amiche (scelta civica, i liberali ecc...). Consolidiamo questi legami sul territorio. Molto spesso le basi dei singoli partiti hanno dialogato in modo più proficuo che le dirigenze. Facciamo attività e campagne locali e nazionali tutti assieme. Questo anche per risolvere un problema pratico, dato dalla scarsità di risorse umane al momento disponibili.
  3. Investiamo in formazione politica dei nostri aderenti e amministratori. Ottimo al riguardo l'esperimento iniziato nell'ultimo anno da Fare. Assolutamente da continuare e ampliare.
  4. Lavoriamo sui territori con specifiche battaglie locali. E' importante far associare la nostra faccia a un'idea, a un modo di lavorare prima ancora che a un simbolo di partito.
  5. Elaboriamo messaggi chiarie e proposte concrete. Un messaggio e una proposta a bimestre almeno da portare sui territori e sui giornali
Dal punto di vista delle battaglie:
  1. RIFORMA DELLO STATO: martellare Renzi su abolizione Senato e Cnel
  2. ATTUAZIONE DEL (VERO) FEDERALISMO
  3. SNELLIMENTO DELLE PROCEDURE, INFORMATIZZAZIONE DELLA P.A.
  4. FLESSIBILITA' NEL MERCATO DEL LAVORO
  5. RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CIVILE


mercoledì 28 maggio 2014

ricostruire il centrodestra italiano

inutile negare che in Italia manchi ormai da anni una destra di stampo europeo.
Naufragato il progetto del Pdl, uscito di scena Fini (che a mio avviso poteva aspirare oggi a essere il leader di una rinnovata destra), esaurita la stagione berlusconiana, non si vede al momento un timoniere per il centrodestra.
La destra italiana, a differenza del Pd, non ha una solida struttura di partito, in grado di sopravvivere al passaggio di leadership.
L'elettore di destra ha bisogno del capo carismatico, che sia in grado di volta in volta di accendere la scintilla nell'elettorato, così come fece Berlusconi nel 94 annunciando la rivoluzione liberale (purtroppo mai attuata).
La destra italiana non ha ancora ben scolpita una sua fisionomia. In Forza Italia c'era e c'è un insieme di diverse anime, da quella più liberale e liberista a quella più "democristiana orientata a destra".
Oscar Giannino, col suo Fermare il declino, sembrava l'anno scorso avere le potenzialità per risvegliare la voglia di far politica di quell'elettorato (imprenditori, professionisti, partite iva) che mi aspetto debba trovare tutela delle proprie istanze in un movimento chiaramente liberale e liberista, aperto al merito e al mercato (e la cui collocazione naturale dovrebbe essere a destra dello schieramento politico). Sappiamo poi come sono andate le cose, sono state fatte scelte diverse (che io ho peraltro condiviso), ma l'elettorato ha poi chiaramente mostrato di essere affezionato al bipolarismo: destra verso sinistra. E dunque dalla ricostruzione della destra s'ha da partire.
Mi aspetto, lo ripeto, che le istanze di più mercato, più merito, più libertà siano veicolate da una destra liberale ma soprattutto liberista (libertaria sarebbe forse chiedere troppo, ma non mi dispiacerebbe). Oggi l'elettore di centrodestra confuso si rivolge a Renzi che sicuramente ha innovato il Pd ma resta comunque legato a un certo ambiente di sinistra.
La politica come noto non tollera i vuoti. E dunque mi aspetto a stretto giro che tutti i movimenti che ruotano nella galassia di centrodestra, con un atto di estremo coraggio si mettano in gioco, rinuncino ai propri particolarismi, selezionino una rinnovata classe dirigente (con primarie del centro destra), aprano ai movimenti della galassia liberale, investano in diffusione delle idee e della cultura liberal-liberista, archivino il passato ed elaborino un programma elettorale semplice e chiaro articolato nei seguenti punti:
MENO STATO E PIU' MERCATO 
CONCORRENZA E COMPETIZIONE (per davvero, non all'Italiana)
APERTURA AL MERITO, CREAZIONE DI OPPORTUNITA' (lo Stato non deve dare, deve creare le condizioni perchè gli individui possano esprimere al meglio le proprie potenzialità!)
TUTELA DELLA LIBERTA' INDIVIDUALE
LIBERTA' DI COSCIENZA SUI TEMI ETICI
RIFORMA RADICALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
RIFORMA RADICALE DELLE ISTITUZIONI, uno Stato più snello, diritti realmente garantiti

lunedì 26 maggio 2014

sulla sconfitta di Scelta Europea alle recenti elezioni

occorre fare profonda autocritica e analizzare i dati. cambiare nome e simbolo per Fare è fondamentale ma non basta. 
  • dobbiamo chiederci dove ci vogliamo collocare, se vogliamo restare autonomi o accettare di contribuire al rafforzamento del bipolarismo, cercando per esempio di costruire un nuovo centro destra (ma nuovo per davvero!) ispirato ai principi del merito, della concorrenza, del mercato. 
  • è evidente che in Italia non esiste (forse non è mai esistita) una destra sul modello europeo, vogliamo costruirla noi? o vogliamo continuare a fare da pungolo ai partiti di destra e sinistra attualmente esistenti? come ci poniamo rispetto a Renzi? io partirei da qui. 
  • le ultime elezioni ci stanno dimostrando una tendenza sempre più frequente dell'elettorato verso i partiti di massa: perchè non lavorare da dentro per rinnovarli? sono tutte domande le mie a cui credo si debba provare assieme, senza pregiudizi a rispondere...
e senza dimenticare che, poichè viviamo in un paese tendenzialmente socialista, dobbiamo anche contribuire allo sviluppo di una cultura liberale e soprattutto liberista - operazione questa che richiede tempo e pazienza

giovedì 1 maggio 2014

Tirando le somme...l'impatto con la cultura del Common Law

Study-visit a Philadelphia (http://eccle.eu/course_programs.php): Unforgettable and Open-minding.
Con questi due aggettivi riassumerei l'esperienza di 10 giorni negli States, 7 passati nelle corti di Philadelphia e 3 per le strade di New York, oltre che in visita alla Columbia University. In soli 10 giorni, grazie all'iniziativa e ai contatti degli organizzatori, abbiamo potuto conoscere in maniera molto efficace la cultura americana in generale, la tradizione giuridica di common law in particolare.
L'impatto è stato, per quel che mi riguarda, decisamente positivo.
Gli Americani: estremamente attaccati alla propria bandiera, capaci di rendere oggetto di marketing e di "apprendimento in maniera divertente" la propria storia (fatevi un salto a Philadelphia al Constitution Center, poi ne parliamo) ma al contempo attenti alla solennità di alcuni luoghi (vedi Ground Zero a New York). Ho incontrato persone orgogliose del proprio lavoro, ad alti livelli di carriera (procuratori federali, giudici, il capo dell'FBI di Philadelphia...) ma dotate di grande entusiasmo ed umiltà, che ti trattavano alla pari, si soffermavano ad ascoltarti e rispondere ai tuoi quesiti.
La giustizia. Ho già detto altrove come la cosa che più mi ha impressionato sia il fatto che tendenzialmente in 1 mese si può chiudere un processo penale per murder. Dalla jury selection ai closing arguments, tutto in un mese. Udienze una dietro l'altro, i giurati del resto devono poter tornare quanto prima alle loro occupazioni. Svolgimento silenzioso e ordinato delle udienze. Attenzione alla persona e ai suoi diritti. Parità effettiva tra accusa e difesa. Solennità. Attenzione al fatto, sia in penale sia in civile. L'idea che a decidere sia il popolo (We the people) e che il Giudice sia solo garante della procedura (istruisce la giuria).
Ricorderò sempre la testimonianza della madre della vittima che, davanti all'imputato e alla giuria, ringrazia Dio perché lei, a differenza di altri familiari di vittime di omicidio (reato abbastanza frequente in Philadelphia), almeno può guardare negli occhi il responsabile della morte del proprio figlio.