lunedì 23 dicembre 2013



FARE PER FERMARE IL DECLINO PROVINCIA DI LECCO
COMUNICATO STAMPA INIZIATIVE TERRITORIALI FARE PER FERMARE IL DECLINO
L'esperienza di Fare per fermare il declino non e' finita con le elezioni 2013.
Si mettano pertanto il cuore in pace coloro i quali ci credevano finiti. E non si illudano di vederci eternamente condannati alle percentuali del 2013 (non ci garba l’etichetta di “liberali da salotto”).
Siamo qui perche' crediamo che oggi come ieri, anzi piu' di ieri, sia necessaria un cambio radicale dell'attuale classe dirigente. I 10 punti attorno ai quali abbiamo costruito la nostra proposta sono oggi piu' che mai attuali e validi. E, vale la pena ricorsarlo, quei 10 punti non erano solo buone Intenzioni ma proposte concrete di intervento, le potete leggere in maniera dettagliata sul nostro sito (http://www.fermareildeclino.it/).
Ma v'e' di piu'. Ferma restando la bontà dei 10 punti vogliamo costruire qualcosa di più grande e andare oltre Fare. Il nuovo contenitore si chiama IN CAMMINO PER CAMBIARE e nasce da un manifesto comune tra FARE, PLI, LIBERALI ITALIANI, PARTITO FEDERALISTA EUROPEO, UNITI VERSO NORD, PROGETT'AZIONE. Si tratta di una aggregazione di movimenti che sta da tempo dialogando (ed è aperta al dialogo con altri soggetti) intorno a una comune piattaforma programmatica che riprende sviluppa ed amplia anche i 10 punti di FARE (http://www.incamminopercambiare.it).
Il progetto è stato presentato il 14 dicembre a Roma: l’obiettivo dichiarato è la costruzione del 'Partito che non c'è'. In Italia c'è assoluto bisogno di questo partito: un grande partito del cambiamento, propositivo e non solamente critico, che sia alternativo alla classe dirigente che ha condotto l'Italia al declino, etico, pragmatico, basato su programmi concreti e credibili.
Dunque il nostro progetto c'e' ed e' aperto al contributo di tutti coloro vogliano metterci del tempo e delle idee.
Parlo a nome di Fare, di cui sono il coordinatore pro tempore per la Provincia di Lecco, lanciando un appello a tutte le persone di buona volontà, che concepiscano la politica come un sano “hobby” (non una professione!), che siano stanchi di vivere in un sistema gerontocratico e poco meritocratico, che vogliano dalla politica una risposta concreta ai problemi quotidiani e che vogliano dire basta a politiche statali forsennate in materia di tassazione.
L’opportunità che vi voglio dare è quella di mettervi in gioco, di dare un apporto di idee, di segnalarci i problemi locali, di monitorare gli sprechi sul territorio, di discutere con passione di politica.
Negli ultimi mesi Fare ha lanciato almeno due messaggi importanti, che vorrei qui ribadire:
1) BASTA SPRECHI DI STATO: per esprimere il nostro fermo dissenso per come lo stato amministra, gestisce e, purtroppo, sperpera i soldi che noi guadagniamo attraverso il nostro lavoro.
2) NON PIU’ IN ALTO DEL COLLE: una campagna di iniziativa popolare per una proposta semplice e significativa: stabilire per legge che nessun dipendente pubblico possa guadagnare più del Presidente della Repubblica e destinare i risparmi a riduzione delle tasse su lavoro e reddito.
Mi rivolgo in special modo ai giovani ma non solo. Cambiare questo paese si può, se lo facciamo tutti assieme. In questo senso l’appello è rivolto a tutte le forze della società civile che abbiano voglia di darsi da FARE.
Al riguardo invito gli interessati a scrivere a:faremeratelecco@googlegroups.com
Con l’occasione auguro a tutti un buon 2014.

Edoardo Colzani - referente per la provincia di Lecco di FARE

venerdì 22 novembre 2013

Giovani per FARE – MERITO, EUROPA E NUOVA POLITICA

Giovani per FARE – MERITO, EUROPA E NUOVA POLITICA

 
Milano, Sabato 7 Dicembre 2013, ore 14:00 presso "Sala Caradosso" in Via Caradosso, 14 
 
Incontro con Michele Boldrin, moderato da Marco Ardemagni.
Sarà la città di Milano ad ospitare il primo di una serie di incontri nazionali che FARE promuove per coinvolgere i giovani nella politica del paese. FARE avvia un percorso dedicato con l’obiettivo di rinforzare la comunicazione e di sviluppare le idee del movimento nella fascia di età 16-35. Il dibattito, organizzato in tre sessioni tematiche, si articolerà su alcune delle questioni di maggior attualità e rilevanza politica, quali “meritocrazia scuola e lavoro”“identità europea” e “fiducia nella politica”. La durata delle sessioni sarà di un'ora ciascuna. Per ogni sessione sono previste una prima parte, per le relazioni programmate, e una seconda, dedicata a interventi su prenotazione da parte dei giovani in sala e alla discussione aperta. Il dibattito è rivolto specificamente ai giovani aderenti e simpatizzanti di FARE e a tutti quelli di altre organizzazioni e movimenti, che invitiamo a confrontarsi in modo costruttivo. Ingresso libero. Al termine dei lavori, sarà previsto un momento di socializzazione.

PROGRAMMA PRELIMINARE 

14:00                    Arrivo dei partecipanti
14:45                    Saluti di benvenuta/o: Michele Boldrin
15:00 - 16:00       Sessione tematica N.1: MERITOCRAZIA, SCUOLA E LAVORO
Livelli così alti di disoccupazione giovanile sono l'effetto di molte cause che vanno oltre la crisi economica. Esse sono cause sistemiche, aggravate dalla crisi, ben note agli osservatori dotati di onestà intellettuale: in primo luogo la mancanza di flessibilità del mercato del lavoro riduce fortemente la capacità di assunzioni e blocca il principale ascensore sociale e motore economico, quello costituito dal premio a competenza e merito, inoltre burocrazia e tassazione abnormi soffocano e mortificano le capacità e gli entusiasmi imprenditoriali giovanili. Quali proposte pragmatiche per coltivare il merito nella formazione e incentivare assunzioni e nuove startup giovanili?
Proposte:
  • UN'OPPORTUNITÀ PER USCIRE DAL BUIO, Silvia Rossetti (Viareggio, LU)
  • TRE PROPOSTE PER L'UNIVERSITÀ, Edoardo Colzani (Merate LC)
  • COME COSTRUIRE UN ECOSISTEMA DEL MERITO, Mario Melillo (Napoli)
  • [titolo da definire],  Flaminia Tozzoli (Roma)
Spazio riservato a quanti, tra i giovani in sala, vorranno intervenire.
16:00 - 17:00        Sessione tematica N.2: VERSO UN'IDENTITÀ EUROPEA
FARE si è più volte dichiarato pro Europa e pro Euro. La globalizzazione, l’internazionalizzazione dei mercati e soprattutto la costituzione dell’Unione Europea hanno modificato i valori di fondo della nostra società, allargando i nostri orizzonti su altre culture e tradizioni e sistemi economici che, nel loro insieme, hanno dato origine a quella che oggi sempre più va insistendo sul termine identità europea. Quali proposte per rendere l'Italia un tassello fondamentale di questa Europa e quali proposte per migliorare la condivisione di obiettivi tra i paesi EU?
Proposte:
  • PERDITA DI SOVRANITÀ O OPPORTUNITÀ, Daniele Rippa (Palermo)
  • IL PARLAMENTO EUROPEO E L'EUROPA DI DOMANI, Matteo Verda (Gallarate)
  • PERCHÉ UE E NON CEE, Lorenzo Rusinenti (Nerviano MI) e Camillo Bonzini (Cassano Magnago VA)
  • RICERCA, SVILUPPO E INNOVAZIONE: SI PARTE DAI GIOVANI PER ARRIVARE IN EUROPA, Frederic Gebhard (Milano)
Spazio riservato a quanti, tra i giovani in sala, vorranno intervenire.
17:00 - 18:00       Sessione tematica N.3: FIDUCIA NELLA POLITICA
Il totale rifiuto dei riti e dei contenuti della “vecchia politica” e il superamento dei modelli economici e produttivi tradizionali hanno portato, soprattutto tra le nuove generazioni, ad un atteggiamento di disinteresse e disillusione nei confronti della scienza politica. FARE ha adottato un sistema chiaro e trasparente sia nella formulazione degli organi del partito, sia nella scelta di una linea politica che si distanzi da tutti coloro che sono responsabili del declino in atto.Quali sono i modi e gli strumenti per riavvicinare i giovani alla politica in generale e a FARE in particolare? Quale deve essere il ruolo di un nuovo parlamentare e come rendere istituzionale l'importanza del suo mandato?
Proposte:
  • CULTURA DELLA POLITICA NELLE SCUOLE, Nicolò Guicciardi (Bologna) e Giandomenico Costantino (Paglietta CH)
  • PER UN FUTURO DI OPPORTUNITÀ, Umberto Villa (Desio MB)
  • PRIMAVERA EUROPEA, Carolina Cury (Venezia)
  • PERCHÉ I PARTITI SONO "OUT"?, Federico Figini (Milano)
Spazio riservato a quanti, tra i giovani in sala, vorranno intervenire.
18:00        Interviene Michele Boldrin con una breve relazione di sintesi sugli argomenti emersi.


Per informazioni, indirizzo mail: giovanidicembre2013@fermareildeclino.it
A cura di Laura Abba (FARE Massa), Daniele Rippa (FARE Palermo), Federico Tonelli (Direzione Nazionale FARE) e Lorena Villa (FARE Vimercate).

domenica 27 ottobre 2013

con Fare, oltre Fare - verso le europee 2014


intorno al progetto In cammino per cambiare c'è positivo fermento. la voglia di parlare di politica c'è e bisogna solo essere in grado di intercettarla. Io vedo positivamente il progetto, essenzialmente per una ragione. Dobbiamo imparare a sganciarci dalle prospettive leaderistiche. I leader passano, le idee restano. Qui si sta cercando di creare una aggregazione di persone che si riconoscano attorno a una piattaforma condivisa (10 punti programmatici). Nessuno mette in dubbio che tra i vari "fidanzati" possano essere delle divergenze, come del resto è naturale (se ci pensate anche all'interno dello stesso partito ci possono essere sensibilità diverse). Ciò che sta nascendo nasce intorno a 10 punti ben definiti del manifesto In cammino per cambiare che mi sembrano peraltro compatibili coi 10 punti di Fare. Il progetto riuscirà solo se (accantonate le polemiche e le riserve sulle singole persone) ci metteremo di impegno a difendere strenuamente quei punti, col nostro solito stile che è quello di chi oltre a individuare i problemi offre soluzioni, proposte concrete - il tutto con dati alla mano, come sempre. In questo senso mi pare che si stia andando oltre Fare ma senza snaturare affatto Fare. Io nell'impresa ci credo e darò il mio apporto, in maniera costruttiva e propositiva.

mercoledì 16 ottobre 2013

FARE per Fermare il declino....Lecco e Provincia....

http://www.meetup.com/Fare-per-Fermare-il-Declino-Provincia-di-Lecco

https://www.facebook.com/meratefid?fref=ts

https://www.facebook.com/EdoardoColzaniPerFermareIlDeclino

http://lombardia.fermareildeclino.it/


il cammino di Fare per Fermare il declino, iniziato nel luglio 2012 con la pubblicazione dei 10 punti programmatici, prosegue anche oggi sotto la guida di Michele Boldrin. 

Fare ha avviato un proficuo confronto con altre forze politiche disposte a confrontarsi e collaborare sulle riforme indispensabili per ristrutturare il Paese.
E' attuale più che mai l'esigenza di un progetto politico nuovo e alternativo ai partiti esistenti.

Ci siamo dati una nuova organizzazione e struttura interna per portare avanti in maniera ancora più efficace le nostre battaglie. Per rendere maggiormente incisiva la nostra azione e convogliare i nostri messaggi a più persone possibili, occorre consolidare il nostro radicamento e la nostra presenza territoriale.

Tu sei indispensabile per raggiungere certi obiettivi di cambiamento e, pertanto, ti chiedo cortesemente di indicare al nostro referente provinciale per Lecco, Avv. Edoardo Colzani, di segnalare tutte le criticità locali che più ti stanno a cuore, inviando una email a edoardo.colzani@gmail.com con oggetto "FARE POLITICA LECCO" e indicando il comune ove risiedi e l'eventuale interesse a collaborare attivamente alle nostre iniziative.



domenica 22 settembre 2013

P.L.I. & FARE uniti per FERMARE IL DECLINO


Apprendo in queste ore di movimenti, contatti, collaborazioni congiunte tra Fare per Fermare il Declino e lo storico Partito Liberale Italiano P.l.i. La strada mi pare quella giusta per unire i liberali, costruire una forza alternativa agli attuali Pd e Pdl. Una forza seria, affidabile e con una buona dose di pragmatismo.

venerdì 13 settembre 2013

e se avesse ragione Jacopo Fo?


mi è capitato qualche tempo fa di imbattermi in un post un po' datato (2006) a cura di Jacopo Fo ma che ha attirato la mia attenzione per la sua ancor oggi estrema attualità. Il post in questione era intitolato Se sei di destra vota Partito Liberale Italiano. Una destra migiore è meglio per tutti!
Qui di seguito il link: http://www.jacopofo.com/?q=node/1254

La riflessione mi è parsa interessante perchè evidenzia un problema tutto italico, ossia la assenza nel dibattito politico di un solido partito di centrodestra, di orientamento liberale ed europeista.
Le ragioni di questo endorsement per il PLI sono presto dette:

Abbiamo bisogno di riconoscere regole valide per tutti e basilari: i prigionieri non si massacrano.
La legge tocca rispettarla.
Buttare i soldi dello Stato dalla finestra è stupido.
Su questo possiamo capirci e possiamo collaborare. Dobbiamo farlo, è irrinunciabile o dovremo sopportare una crisi lunga e violenta del Sistema Italia, con costi umani e economici incalcolabili.
Abbiamo bisogno dei migliori di sinistra e dei migliori di destra.
E abbiamo bisogno di allearci in parlamento con la destra e con la sinistra che vogliono razionalizzare il sistema contro la destra e la sinistra che vogliono continuare a sguazzare nello spreco, nella mancanza di idee e progetti, nella spartizione feudale della tv e dei gangli del potere.
Quindi in questo scampolo di tempo prima del giorno del giudizio popolare vi incito non solo a cercare di convincere gli indecisi a recarsi a votare ma anche a cercare di far votare quelli di destra per una destra umanista e moderna, almeno.

Ritengo di estrema attualità l'appello a cercare una destra liberale, europeista, moderna ancor oggi. Soprattutto oggi. Visto che l'attuale destra, ossia quella berlusconiana, è decisamente una destra anomala.
Credo che Berlusconi abbia cambiato profondamente la poltica italiana, allontanando il dibattito dai contenuti alle persone. Ritengo che Berlusconi, illudendo gli italiani di una rivoluzione liberale che invece non ha mai fatto, abbia fatto scomparire dal panorama politico italiano le forze liberali alternative alla compagine di sinistra.
E siccome 20 anni di politica si sono fossilizzati sui problemi del PadrePadrone di Forza Italia prima, del Pdl poi, e ora di Forza Italia 2.0 ad oggi non esiste più una classe dirigente di destra. Esiste un contenitore senza contenuti che si chiama Pdl. Esiste una classe dirigente non all'altezza del Paese.

Una possibilità di cambiamento - finalmente nella direzione auspicate - si era intravista alle scorse elezioni: si chiamava Fare per Fermare il Declino. Purtroppo una gaffe imperdonabile del suo fondatore ha vanificato un sogno, ma il progetto resta - si tratta di continuare a farlo vivere.

E se tutto ciò non fosse possibile (nella disgraziata ipotesi che il progetto di Fare si arenasse), sì forse aveva ragione Jacopo Fo. L'alternativa - l'unico partito di ispirazione davvero liberale che ha puntato e che punta sulle idee più che sui personalismi - si chiama PARTITO LIBERALE ITALIANO.

E a proposito dei problemi di Berlusconi, ecco cosa farebbe un vero liberale:


giovedì 1 agosto 2013

ieri sera consiglio comunale. IMU voto contrario, IRPEF astensione, TARES astensione, bilancio preventivo voto contrario. Il problema è che lo Stato sta mortificando l'attività degli amministratori locali, prorogando fino a ottobre la scadenza del bilancio di previsione (svuotandolo di contenuti), trasformandoli in esattori fiscali per conto dello Stato e lasciandoli in uno stato di perdurante incertezza (Imu o non Imu?)

mercoledì 10 luglio 2013

Nota a margine del consiglio comunale di martedì.....

L'Amministrazione Aldeghi a due anni dall'insediamento ha convocato il consiglio comunale con due punti all'ordine del giorno che meritano un approfondimento. Si tratta della proroga dell'attuale convenzione di Segreteria Comunale ancora per qualche mese da un lato e l'adesione ad un servizio associato con comuni limitrofi di segreteria comunale dall'altro. Fosse stato solo il secondo punto all'ordine del giorno, forse, avrei applaudito la scelta lungimirante di individuare un segretario comunale unico per comuni con esigenze territoriali similari.
Il problema è che c'è anche il primo punto, che denota tanta timidezza e scarsa fiducia nel ruolo e nella funzione del segretario comunale quale supporto all'azione politica. E in ogni caso, anche con riguardo alla convenzione con altri comuni per il servizio segreteria, da buon "rompicoglioni" (cit.) quale sono devo avanzare delle perplessità. Ma andiamo con ordine....

1) LA PROROGA ANCORA PER QUALCHE MESE DELL'ATTUALE SEGRETARIO

La scelta del Segretario Comunale è un atto di competenza del Sindaco e della Giunta e non potrebbe essere diversamente. Stiamo infatti parlando dell'alto funzionario investito della massima fiducia da parte del Sindaco.
Il Sindaco, generalmente, è un cittadino che si presta ai complicati meccanismi della politica e che molto spesso poco o nulla sa di diritto o di economia. Il Sindaco è un politico, uno che ha vinto perchè ha presentato un programma elettorale che i cittadini hanno ritenuto convincente. Il Sindaco deve attuare quel programma e per farlo si deve affidare ai tecnici. Ma lo deve fare non facendosi dettare la linea ma dettandola lui stesso. A questo, in una visione un po' moderna, io credo dovrebbe servire il segretario comunale, ad attuare conformemente a diritto le linee di mandato del sindaco. Per questo un Sindaco dovrebbe sin dal primo giorno riflettere bene su chi vuole al suo fianco come segretario. Per questo, una volta effettuata la scelta, dovrebbe interfacciarsi col Suo segretario (col suo uomo di fiducia) in ogni momento tenendolo aggiornato dei problemi, chiedendo consigli, suggerimenti, ma soprattutto pretendendo che questo con estrema lealtà si adoperi affinchè gli uffici cooperino nell'attuazione del programma. La figura del Segretario, dunque, è fondamentale per una buona amministrazione.
Il sindaco tuttavia mi sembra non condividere questo mio approccio. Ritengo che la dott.ssa Papiri, che stimo e con cui ho avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto, sia stata sino ad oggi poco valorizzata da questa amministrazione, poco coinvolta. Ritengo poco rispettoso per la sua professionalità (per quella della dott.ssa Papiri ma in genere per quella di qualsiasi funzionario che dovrebbe avere la fiducia del sindaco) procedere con proroghe e mini-proroghe. Mi turba questa mancanza di decisione. Credo che dal giorno dell'insediamento l'Amministrazione doveva fare la sua scelta, che sarebbe potuta essere di conferma o di sostituzione, ma andava fatta.

2) LA CONVENZIONE

Ma veniamo ora alla Convenzione.
Un primo timido passo verso una condivisione dei servizi e del personale. Ma c'è qualcosa che manca ancora. La visione politica. Io non so che cosa i sindaci si siano detti nelle varie riunioni ma mi chiedo...è stata fatto almeno una volta accenno alla indifferibile necessità di una fusione dei comuni?
Va bene per il momento procedere aggregando funzioni, ma purchè vi sia una strategia e non un mero tamponamento di emergenze o comuni bisogni. La strategia per me deve essere chiara e indicata ai cittadini: e si chiama Fusione dei Comuni.

Casate Online - Barzanò: Pdl e Colzani chiedono lumi sulle ragioni del voto a Idrolario. Sindaco replica

Casate Online - Barzanò: Pdl e Colzani chiedono lumi sulle ragioni del voto a Idrolario. Sindaco replica

lunedì 24 giugno 2013

Josefa Idem e l'Imu non pagata

Un Ministro della repubblica giustifica i suoi problemi col fisco dicendo "non son mica un commercialista". Italiani che non avete la qualifica di commercialista, sentitevi legittimati pertanto a non pagare le tasse scaricando le colpe sui vostri commercialisti:)

venerdì 14 giugno 2013

decreto del fare? tanto fumo e niente arrosto....

Siamo un Paese in declino. O forse, come qualcuno giustamente mi faceva notare, siamo ancor peggio: siamo alla deriva. E a nulla è valso l'intervento dei Professori, quello dei saggi e ora il disperato tentativo di mettere d'accordo destra e sinistra nella vana illusione di far ripartire una macchina ormai da rottamare.
Il Paese è indubbiamente ingessato in un imbarazzante immobilismo. Cambiare perchè nulla cambi: a questa mentalità ormai siamo abituati.
L'Italia è un paese estremamente corporativo e non c'è alcun interesse a scardinare il sistema.
Per ogni governo che passa sento parlare di provvedimenti in materia di semplificazioni. Peccato che ad oggi di semplificazioni non ne abbia vista nemmeno una. Complicare gli affari semplice, aggiungere carta su carta, moduli su moduli.
In questi giorni sento anche parlare di un decreto del fare e inorridisco.
In primo luogo perchè, come giustamente ha notato Michele Boldrin, neo presidente di Fare per Fermare il Declino (partito del quale con orgoglio sono stato candidato e di cui oggi sono ancora sostenitore), “il governo Letta copia (male) Fare”: il provvedimento di Letta contiene infatti piccoli interventi-tampone ma nessuna azione capace di impattare strutturalmente e risolvere problemi di medio o lungo periodo.
In secondo luogo perchè più che un decreto del fare è un decreto dell'ignorare.
Ignorare i problemi reali di un paese soffocato oltre che dalla burocrazia che limita l'iniziativa privata, dalle tasse. Non voglio tornare ancora sul tema dell'Imu. Però consentitemi di dire che tra la beffa Imu e la riduzione dell'Iva, beh avrei certo preferito la seconda. Ma così non sarà. Iva al 22%: tartassati italiani, tenetevi pronti.
Ignorare i problemi di un paese costretto a fare i conti con una giustizia civile lenta.
Ignorare i problemi di un paese gerontocratico e in cui si dà ancora poco spazio al merito.
Ignorare che la realtà italiana è piena di risorse umane che reclamano a gran voce spazi per esprimersi ma che non trovano ascolto.
Le ricette per il cambiamento sono abbastanza intuitive. Sburocratizzare, detassare, tagliare la spesa pubblica, vendere il patrimonio immobiliare dello stato, ripensare il meccanismo della cassa integrazione, tagliare I costi della politica (per davvero), responsabilizzare le realtà locali dando maggiore autonomia.
Ad oggi però, ancora una volta, tanto fumo e niente arrosto.


domenica 9 giugno 2013

Sul Governo Letta

citando Einaudi:

Non si può e non si deve collaborare tecnicamente con uomini, con cui non si dividano ideali e sentimenti...............

sabato 1 giugno 2013

"Quando vedete che per produrre avete bisogno di un permesso da chi non produce, quando vi rendete conto che il denaro si dirige verso chi sa gestire rapporti politici e non verso chi commercia, quando vedete che gli uomini diventano più ricchi rubando e costringendo piuttosto che lavorando e che le leggi proteggono loro da voi e non voi da loro, allora capirete che la società è condannata” 
Ayn Rand

venerdì 10 maggio 2013

mercoledì 8 maggio 2013

CONGRESSI REGIONALI DI FARE

Segnali molto positivi dai congressi regionali, in attesa del congresso nazionale.

Citando Frankestein Junior....si può FAREEEEEEEE!!!!!!!!

domenica 5 maggio 2013

CONGRESSI DI FARE

In queste settimane si stanno svolgendo i congressi di FARE per FERMARE IL DECLINO.
Il movimento, originariamente guidato dal giornalista economico OSCAR GIANNINO, per la prima volta dalla sua fondazione (luglio 2012 i dieci punti di fermare il declino, fine 2012/inizio 2013 la nascita di Fare) va a congresso nel tentativo di darsi una struttura e un'organizzazione che prima, a causa delle strette tempistiche elettorali, non s'era potuta dare.

I congressi dovranno rappresentare una rinascita per Fare che ha dovuto fare i conti con un pessimo risultato elettorale, determinato da un grave incidente di percorso, rappresentato dalla bugia di Oscar sui suoi inesistenti titoli di studio. Una bugia imperdonabile, va ammesso, soprattutto per un partito che predicava meritocrazie e trasparenza.
A me che Giannino non abbia la laurea sinceramente poco importa. Anzi, apprezzo ancor di più le idee e la lucidità intellettuale di Giannino ora che so che è un autodidatta. Quello che fatico a perdonargli è che abbia mentito agli elettori. In questo ho sempre difeso la reazione di Luigi Zingales e la sua libertà e onestà intellettuale.

In ogni caso non credo Giannino sia un arto da amputare. Credo resti comunque il Padre Nobile di Fare e il collante del movimento. Rispetto a ciò a cui ci hanno abituato i politici di casa nostra, quella di Oscar è stata una piccolezza. In ogni caso Oscar ha pagato, sta pagando e in questo ha dimostrato coerenza con  il principio liberale per cui chi sbaglia paga e si assume le proprie responsabilità.

Ma i congressi dovranno segnare la nascita di un partito nuovo (non di un nuovo partito), che sappia andare oltre lo scandalo Giannino e aggregare le altre forze liberali sul campo.

In attesa del Congresso nazionale mi limito a formulare l'augurio a FARE e ai suoi elettori e sostenitori di una fase nuova, che permetta di ripartire con spirito rigenerato e un leader carismatico e una piattaforma di contenuti che rafforzi e sviluppi le idee già contenute nei 10 punti del manifesto di luglio 2012.

In risposta alla mozione “extra Fare”

In risposta alla mozione “extra Fare”


giovedì 25 aprile 2013

TOTO-MINISTRI PER UN GOVERNO DI UNITA' NAZIONALE


fossi Letta, ecco il governo che proporrei:

1) Pubblica amministrazione e per la semplificazione: FRANCO FRATTINI (pdl)
2) Affari Esteri EMMA BONINO (radicali)
3) Interno ANNA MARIA CANCELLIERI (tecnico)
4) Giustizia FELICE CASSON (pd)
5) Difesa MARCELLO PERA (Pdl)
6) Economia e Finanze ALBERTO QUADRIO CURZIO (tecnico)
7) Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti IRENE TINAGLI (scelta civica)
8) Politiche Agricole, Alimentari e Forestali FLAVIO TOSI (lega)
9) Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare SERGIO CHIAMPARINO (pd)
10) Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari opportunità PAOLO GENTILONI (pd)
11) Istruzione, Università e Ricerca EDOARDO NESI (Scelta civica)
12) Beni e Attività Culturali MASSIMO CACCIARI
13) Salute ANNA FINOCCHIARO (pd)

sabato 13 aprile 2013

Contro la povertà?

Oggi il Partito democratico manifesta contro la povertà...bello, giusto, bravi....ma vi siete fatti una domanda?Oggi per combattere la povertà serve una manifestazione di piazza o un governo credibile che faccia le riforme?Ecco, sì, esatto, serve il governo serio capace di fare le riforme. Bene, ce l'abbiamo?
NO!
Di chi è la colpa? Forse di chi oggi manifesta contro la povertà anzichè darsi da fare per le vie istituzionali e cercare di dar vita a un governo credibile?
Siamo senza governo da 47 giorni.
Dice Bersani «L'ho detto anche in cinese: ci siamo se serviamo alla causa. Se sono di intralcio mi faccio da parte. Io testardo, ma dove siamo arrivati? C'è una politica disinteressata e costituzionale».
47 giorni mi sembrano abbastanza per dire che sei di intralcio alla causa.
Concludo con una citazione: 
"Possibile che la politica italiana - e per politica intendo partiti, opinione pubblica, giornalisti - abbia di se stessa un'opinione così negativa da dare per scontato che ciò che all'estero ha funzionato (ad esempio in Germania una decina d'anni fa) da noi possa trasformarsi in un mostruoso patto di potere? In fondo i cittadini-elettori il loro messaggio l'hanno già mandato, ed è un messaggio chiaro: cari politici, così non potete andare avanti, o vi ritirate o cambiate registro".Luca Ricolfi, La Stampa, 12 aprile 2013

sabato 6 aprile 2013

la gaffe del saggio Onida

Vittima o meno di uno scherzo (di pessimo gusto?) da parte del programma radiofonico La Zanzara, fatto sta che le sue parole contengono ahinoi una triste verità.

L'Italia ancora una volta si dimostra un Paese debole, incapace di esprimere una maggioranza chiara di governo.

Bersani si è rivelato un non leader, incapace di prendere le redini di un Paese alla deriva.

La credibilità così difficilmente riconquistata grazie a Mario Monti, è persa a un mese circa di distanza dall'ultima tornata elettorale. Certo, colpa anche di Monti che ha deciso di "salire" in politica, perdendo così un ruolo super partes che tranquillizzava l'Europa e che gli avrebbe consentito con buone probabilità di prendere il posto di Giorgio Napolitano.

Invece oggi ci troviamo con un Monti in carica che però non ha più la stessa forza e autorevolezza di prima, oltre per la sua salita/discesa in politica anche per la imperdonabile gaffe sulla vicenda dei Marò (ma anche qui parlare di gaffe è un eufemismo)....con un Napolitano che a breve lascerà il suo posto ma non si sa a chi....e con un gruppetto di saggi che cercherà di tranquillizzare l'Europa e i Mercati, provando a fare in 10 giorni quello che la nostra classe politica non è riuscita a fare in anni....

L'emergenza italiana, tanto per cambiare, resta la legge elettorale...
Dei problemi veri (le imprese in crisi, i fondi alla ricerca, il lavoro ai giovani, la burocrazia opprimente, l'imposizione fiscale oltre i limiti) forse chissà se ne occuperanno al prossimo giro i "Dotti" che sostituiranno i "saggi" che hanno sostituito i "tecnici" che hanno sostituito i "politici".

lunedì 1 aprile 2013

politica locale....


Osservazioni a margine del mio primo intervento in Consiglio Comunale...quando ero il capogruppo della maggioranza/ critiche e autocritica per una nuova gestione del consiglio comunale.

A nome del gruppo consiliare di Impegno Civico vorrei portare la vostra attenzione sulle funzioni e sul ruolo che questo organo ha e deve avere nella gestione del paese.
Troppo spesso negli anni passati il Consiglio Comunale è stato svilito nelle sue funzioni, riducendolo a una assemblea nella quale venivano ratificate alcune delle decisioni dell'esecutivo.
Nella maggior parte dei casi, I consiglieri di maggioranza esprimevano il loro voto a favore, quelli di minoranza il loro voto contrario, la dialettica interna era così ridotta e la presenza e il ruolo dei consiglieri stessi morticata. Ci auguriamo che questo da oggi non accada più.

Ecco, su questo punto è stato fatto molto poco. Salvo l'introduzione della conferenza capigruppo, nihil sub sole novi.

Il consiglio comunale che oggi si insedia è profondamente rinnovato nei volti e nelle idee. Come evidenziato dalla stampa locale (casateonline), quest'anno in tutto il casatese s'è registrato un positivo cambiamento a livello di politica locale con un rinnovamento significativo degli organi di governo. Durante la campagna elettorale abbiamo tutti registrato con piacere l'entusiamo e la voglia di mettersi in gioco soprattutto dei più giovani. C'è nel paese una voglia di cambiamento che non dobbiamo deludere. In questo senso, dunque, mi rivolgo ai colleghi consiglieri della minoranza invitandoli a collaborare tutti assieme, al di là delle appartenze ai gruppi, per il bene del paese. Questo richiederà un enorme impegno da parte di tutti, lo sforzo di proporre anzichè solamente criticare e soprattutto la necessità di una sana e vivace discussione durante I consigli che non sfoci mai nella polemica pretestuosa nè tantomeno nell'opposizione a oltranza.

Fino ad oggi non è stato possibile. Anche per questo mi costituisco indipendente per cercare di stimolare questa collaborazione.

A tale proposito,vorrei ricordare che sulla base dell'art. 17 del nostro regolamento I consiglieri hanno diritto di iniziativa su ogni argomento sottoposto a deliberazione del Consiglio Comunale, I consiglieri hanno facoltà di presentare proposte di deliberazioni concernenti materie comprese nella competenza del Consiglio Comunale stabilita dalla legge e dallo Statuto; I consiglieri hanno altresì facoltà di presentare emendamenti sulle proposte di deliberazione iscritte all'ordine del giorno.
Rientrano altresì tra le prerogative dei consiglieri, ex art. 18 regolamento, la presentazione di interrogazioni e di mozioni. Tutti questi strumenti, se utilizzati correttamente, con spirito propositivo e collaborativo, sicuramente gioveranno alla discussione pubblica sui problemi del paese e permetteranno agli amministratori di prendere scelte condivise e ben ponderate per quel che riguarda il futuro del paese. Non facciamone dunque un cattivo uso, I cittadini non lo capirebbero!

Troppe poche le mozioni presentate e discusse.
Le interrogazioni vanno bene ma non consentono il dibattito.
Per rivitalizzare il consiglio comunale e riportare il dibattito politico in consiglio invito tutti - e mi impegno io per primo - a prediligere laddove possibile lo strumento della mozione.

Per rendere possibile una proficua collaborazione tra gruppi consiliari, vorrei inoltre richiamare l'attenzione dei presenti su una disposizione del nostro regolamento del consiglio comunale che a mio avviso dovrebbe trovare piena attuazione.
La conferenza dei capigruppo di cui all'art. 9: ritengo giusto coinvolgere I gruppi consiliari nella definizione dell'ordine del giorno di ciascun consiglio. Questo per evitare, come spesso accade, che alcuni ordini del giorno siano molto corposi e che altri invece non lo siano per niente. Mi auguro durante questi 5 anni non capiterà mai che il consiglio comunale venga convocato per discutere un solo punto all'ordine del giorno.

Oggi la conferenza si fa. In genere si prende atto dei punti all'o.d.g. E si presentano succintamente I contenuti. Sarebbe bello – ma ci vuole tempo (e in questo faccio autocritica) e disponibilità, oltre che un perfetto coordinamento con gli uffici – poter discutere in conferenza capigruppo quali argomenti portare al prossimo consiglio e non solo decidere l'ordine di discussione degli argomenti da portare (già individuati prima della capigruppo).

Invito tutti a riflettere sull'opportunità di individuare un giorno della settimana fisso nel quale convocare I consigli comunali. Tale giorno dovrà essere scelto col consenso di tutti sulla base degli impegni lavorati e familiari che consiglieri e assessori possono avere. Questo oltre a consentire una maggiore efficienza nella programmazione dei consigli garantirebbe il diritto di tutti I consiglieri a presenziare all'attività del consiglio comunale.

Più in generale, vorrei richiamare l'attenzione alle disposizioni del regolamento comunale invitando tutti a una rigorosa osservanza delle stesse, più di quanto si sia fatto in passato, sia per quel che riguarda le modalità di svolgimento delle sedute, sia per quel che riguarda I diritti di iniziativa dei consiglieri tutti, di maggioranza e di minoranza, sia infine per quel che riguarda l'adozione di strumenti volti a garantire una cooperazione sinergica tra maggioranza e minoranza.

Sollecito maggior rispetto del regolamento del consiglio comunale. Invito il Sindaco a designare un soggetto terzo che coordini e diriga il consiglio comunale al suo posto e ciò al fine di evitare i soliti sterili battibecchi tra sindaco ed ex sindaco in consiglio comunale. Spettacolo irrispettoso per l'Istituzione che rappresentiamo.

Sicuro che tutti voi vorrete rispondere positivamente a questa nostra richiesta e sicuro che in queste condizioni il Consiglio comunale potrà svolgere al meglio le sue funzioni, rinnovo a nome di tutto il gruppo gli auguri di buon lavoro a tutti I consiglieri, alla giunta comunale e al Sindaco.

Dalla mia nuova posizione di consigliere indipendente sollecito a ripartire da zero, in un clima più collaborativo.
Faccio altresì gli auguri di buon lavoro al nuovo capogruppo di Impegno Civico.

interessanti spunti d'analisi....from Gianbattista Rosa

 interessanti spunti d'analisi. mi ritrovo in particolare molto nelle considerazioni di cui al punto 1, l'elettorato ci ha dimostrato di ragionare in ottica bipolare e credo che Fare si inserisca a pieno titolo quale alternativa alla sinistra in sostituzione di un centrodestra troppo accentrato su Berlusconi: occorre dunque intercettare il disagio degli elementi sani nell'attuale centrodestra. Bene anche l'idea di ripartire dal lavoro sul territorio con iniziative e proposte concrete. Sul discorso leadership non so (nè voglio) dare alcun un giudizio, certo è che dal congresso dovrò uscire rafforzato il partito con una struttura e delle solide idee (di cui i 10 punti sono sicuramente la base)
  • UN CONGRESSO PER DECIDERE

    Tre proposte, a titolo personale, per un congresso che non sia solo uno scontro di personalità ma una occasione per rilanciare il nostro movimento, oggi attivissimo a guardarsi l'ombelico al microscopio, nella vita politica reale:

    1) COLLOCARSI AL CENTRODESTRA

    Abbiamo insistito sul superamento delle categorie dx-sx, perchè in parte superate, e perchè il cdx berlusconiano non è una moderna destra liberale. Le elezioni dimostrano però che questa simbologia mantiene intatto il suo richiamo, e che quando lo perde apre spazio al becerume politico assoluto, leggi il grillismo. E' così in tutto il mondo occidentale: i movimenti al di fuori dalle grandi tradizioni liberale-moderata e socialista si gonfiano e poi evaporano, con l'unica parziale eccezione dei verdi tedeschi.
    La nostra proposta politica è di fatto alternativa alla sinistra: perchè mascherarla da trasversale, quando trasversale non è ?
    La nostra deve essere una battaglia culturale ancor prima che politica ed economica: Berlusconi è un accidente, speriamo presto superabile, mentre l'asservimento alla cultura della dipendenza dallo Stato, del concetto di "diritto" come pretesa, è una battaglia, anzi LA battaglia, da cui dipenderà la salvezza dell' Europa.
    Credo che saremo molto più efficaci se faremo nostra la missione che già si diedero la Thatcher e Reagan: trasformare la destra del loro paese dal movimento che guardava al passato a quello che guidava verso il futuro. Questo NON vuol dire affatto schierarsi con Berlusconi, ma semplificare il lessico per dare ai suoi elettori una più attraente alternativa, e soprattutto evitare ogni ammiccamento alla sinistra: qualche uscita infelice di simpatia per Ambrosoli è stata una delle cause per le quali alle regionali lombarde abbiamo preso la metà dei voti rispetto alle politiche.

    2) PUNTARE DAVVERO SUL FEDERALISMO

    Il nostro partito deve ricostruirsi su basi leggere e federali, mi sembrerebbe folle pensare il contrario. Ma questo deve essere il riflesso di una revisione globale del ruolo dello Stato, che in coerenza con il nostro programma deve mantenere una visione centralista solo su pochi assi strategici e dove esistano comprovate economie di sistema. Da Jefferson, a Tocqueville e a Roepke si sa che l'anticentralismo radicale è il collante che deve tenere assieme le diverse culture che privilegiano la persona e la diversità rispetto all'uniformità giacobina, e questa esigenza culturale trova oggi una drammatica conferma nei dissesti finanziari europei, che richiedono un ridisegno complessivo del meccanismo statale. In Italia nessuno, nemmeno la Lega, ha mai tentato seriamente di proporre un modello di Stato federale: perchè non provarci noi ?

    3) LA LEADERSHIP

    Pareto diceva degli "slogan", che spesso più che esprimere una idea forte, servono a nasconderne l' assenza. Ho lo stesso dubbio sulla esigenza di leadership forte: utile sempre, indispensabile solo se il messaggio non è chiaro, perchè in assenza di un programma si vota uno "che ci pensa lui". L'unico leader carismatico rimasto in Fare è Michele Boldrin, che mi sta simpatico come tutte le persone intelligenti che non le mandano a dire, e del cui documento condivido molte analisi, ma che non ritengo votabile come leader per diverse ragioni: ne citerò solo due.
    La prima è che non condivido un modello di partito che, dichiarato appunto morto il "destra-sinistra", finisce a mio avviso a fare del movimentismo fine a se stesso, ammiccando ai "pirati" come riferimento ed ai grillini come "governance". Che ci posso fare, sono un borghese liberale non pentito, convinto che il mercato produca e si fondi anche su istituzioni, e la democrazia della rete come mistica e non come strumento non mi appartiene: la si usi per scegliere tra campo di pallacanestro e rifacimento del tetto del municipio, ma sta alla democrazia liberale quanto l'amicizia su FB sta a quella vera.
    La seconda ragione è che trovo, in Michele e in molti suoi seguaci (certo non in tutti) una aggressività verbale opinabile (mi hanno dato sia del "fascista" che del "comunista", credo sia un record) che riflette non inurbanità ma un modo di vedere il dissenziente come qualcuno che o è stupido o è ispirato da istinti malvagi. Vedo, in questo sì, un retaggio della cultura gruppettara in cui si è formato, nella quale l'avversario è necessariamente un nemico di classe da eliminare. Lo si è visto nel riscrivere la storia di Fare come se fosse stata una clamorosa serie di autogol, segnati da un una banda di Fantozzi e Macchia Nera mentre lui realizzava invece gol a raffica: io ricordo una storia diversa, con alcuni errori e tante cose buone, che stava viaggiando alla grande prima che Giannino andasse a sbattere contro se' stesso. Se questo è l'atteggiamento nei confronti di chi al 90% la pensa come te, come ci si rapporterà poi con i diversi-da-noi con i quali dovremo per forza in qualche modo allearci ? Noi non ci offendiamo se Michele scrive che il suo ruolo in Fare è stato quello di gettare perle ai porci (animale utilissimo nel quale mi identifico volentieri) ma, poichè lavoro da trenta anni per conciliare persone e ruoli nelle organizzazioni, ho il sospetto che non sia uno stile che paga nel "fare squadra". A Milano si dice "L'è minga el so mestè".
    Senza un "Chavez de noantri" che fare allora ? Darsi subito da fare per connotare meglio la nostra immagine, quale che sia il leader, con iniziative concrete: proposta di referendum abrogativo della Legge Fornero sulla occupazione, idem per il redditometro, Stati generali per il Federalismo con i quali stanare i (pochi) leghisti intelligenti, legge di iniziativa poplare per privatizzare la RAI e vendere quote di patrimonio pubblico, dai casotti ANAS a Finmeccanica, sfidare Renzi a scendere in campo con un programma concreto (un appoggio tattico a Renzi non è certo in contraddizione con una diversa scelta strategica), assalto al PDL sulla questione morale per far fare "outing", se ci sono, ai suoi elementi sani. Con queste battaglie si costruisce una leadership duratura e collettiva che non sia in balia di un pezzo di carta.