domenica 25 marzo 2018

Cosa accade nel centrodestra?

Siamo finalmente giunti a un punto di svolta nel centrodestra.

La leadership berlusconiana è definitivamente in crisi.

A Berlusconi vanno indubbiamente attribuiti numerosi meriti, in primis quello di aver contribuito alla creazione di un bipolarismo facendo emergere le istanze di una destra liberale.

L'assetto politico è però cambiato e le distinzioni di destra e sinistra superate, così come lo scenario politico decisamente mutato anche a seguito dalla nascita del fenomeno 5 stelle che ha determinato il superamento del bipolarismo.

La Lega da partito secessionista e con consensi solo al Nord Italia è diventato un partito di Destra, con un radicamento su tutto il territorio nazionale. Salvini ha fatto un lavoro egregio di rinnovamento del suo partito, ha avuto coraggio.

Prima delle elezioni il centrodestra si era dato una regola ben precisa: il leader della coalizione sarebbe stato individuato sulla base del risultato elettorale.

Orbene è pacifico che il leader del centrodestra sia oggi Matteo Salvini. Berlusconi deve prenderne atto e farsi da parte. A pensarci, sarebbe anche un modo dignitoso di uscire dalla politica, rivendicando il merito di aver creato e mantenuto unito il centrodestra e agevolando un passaggio generazionale.

Di Maio ha ben capito le dinamiche del centrodestra tanto da aver rifiutato di incontrare Berlusconi, così riconoscendo la legittimazione di leader del centrodestra a Matteo Salvini.

Berlusconi deve fare un passo da parte, anche per agevolare la formazione del governo. Non significa essere irriconoscenti o voler cacciare Berlusconi, che resterà sempre un punto di riferimento per l'area di centrodestra. Si tratta di rispettare le regole del gioco, riconoscere la piena legittimazione a Matteo Salvini e passare il testimone nella guida della coalizione di centrodestra.

Salvini sta dimostrando di sapersi muovere bene, con senso delle Istituzione e con le idee chiare.

Il centrodestra tutto ora si deve riunire attorno alla leadership salviniana e unire le forze per la realizzazione del programma di governo.

domenica 11 marzo 2018

ancora senza Governo....

Come ormai tradizione si va a votare per lasciare tutto immutato.

Si pone in essere un rito, si finge di dare la parola al popolo, si finge stupore per una legge elettorale che non ti dice chi ha vinto, che è stata volutamente strutturata per non far emergere un vincitore e che non prevede nemmeno il piano B. Una legge volutamente fatta per assicurare l'ingovernabilità. Lunga vita alla logica del gattopardo, cambiare perchè nulla cambi.

Inutile dire che la classe politica si dovrebbe solo vergognare. Inutile dire che non lo farà mai. E allora via ancora una volta alle logiche di palazzo.

La soluzione ancora non si intravede ma...alcune riflessioni.

I vincitori morali di queste elezioni sono Lega di Salvini e 5 Stelle di Di Maio. Il segnale dato dagli elettori è chiaro:

1) disapprovazione delle politiche del PD - del Pd in genere, non solo di quello a matrice renziana;

2) archiviazione di Berlusconi che all'età di 80 anni ha perso il suo appeal e non è più credibile;

3) creazione di un nuovo centrodestra a matrice salviniana;

4) vittoria delle due forze politiche, appunto Lega e 5 Stelle, che predicano meno Europa e una nuova fiscalità.

C'è poco da girarci attorno. 

Per quanto tra loro diversi, Lega e 5 Stelle devono assumersi le responsabilità di mandare avanti il Paese, con nuove logiche, convergendo su un programma chiaro e condiviso.

I numeri altrimenti non ci sono. Il 5 stelle, per quanto primo partito, è troppo lontano dall'avere una maggioranza. Il centrodestra, per quanto prima coalizione, è anch'esso senza numeri. Il Pd deve necessariamente starsene all'opposizione. Il messaggio delle urne è chiaro.

Tornare a votare? con questa legge elettorale non servirebbe a nulla.

Un governo tecnico? la gente col proprio voto ha fatto una scelta politica chiara.