giovedì 27 settembre 2012

Li soprani der monno vecchio - Giuseppe Gioacchino Belli

Li soprani der monno vecchio
C’era una volta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
- Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pozzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo -.

Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e, arisposero tutti: E’ vveroè vvero.


(Giuseppe Gioacchino Belli)

domenica 23 settembre 2012

Amministrare un Comune ai tempi del Patto di Stupidità

"Amministrare significa svolgere un lavoro bellissimo ma è impossibile compiere un percorso netto: gli ostacoli sono presenti a ogni incrocio. I sindaci però sono quelli che quotidianamente risolvono i problemi. Prendendosi pure gli insulti se piove troppo. Sono loro la vera anticasta e non i tecnici con le loro dichiarazioni dei redditi milionarie. Sono loro che stanno in prima fila a prendersi il fango. Sono loro che si trovano sul campo di battaglia da soli: i partiti sono un'invenzione dei media, nessuno che dia una mano davvero"

MATTEO RENZI, Stil novo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter

giovedì 20 settembre 2012

Amare considerazioni sulla politica di casa nostra

Quando fu affidato l'incarico di governo a Mario Monti pensai che finalmente l'Italia era sul punto di svoltare. Anzitutto Monti ci avrebbe restituito davanti al mondo quella credibilità che con Berlusconi purtroppo avevamo perso. Ma poi credevo che la sua azione avrebbe portato anche positivi sconvolgimenti interni. E le prime mosse sembravano andare nella direzione giusta. Se la determinazione che i Professori hanno messo nell'approvare una epocale riforma delle pensioni, l'avessero messa anche in tutti gli altri settori strategici per la crescita e lo sviluppo (tanto per citarne alcuni: riforma del lavoro, lotta alla corruzione, taglio ai costi della politica, riforma del sistema scolastico, revisione del patto di stabilità interno...), oggi avremmo un Paese diverso.

Il sogno, la speranza di un radicale cambiamento del Belpaese hanno però dovuto fare i conti con una triste realtà. Certo, i tecnici non devono rendere conto all'elettorato ma i politici nostrani che ancor oggi sono in parlamento sì. Ed ecco allora che il Governo Monti s'è trovato con le mani legate, dovendo sottostare alla volontà dei partiti che da un momento all'altro avrebbero potuto - possono, perchè la situazione è tutt'oggi precaria - far cadere questo governo e riportare nel caos il Paese con una nuova estenuante campagna elettorale, rimandando ancora una volta riforme che aspettano da troppo tempo.

Da tempo sento parlare di provvedimenti per la crescita, di buone intenzioni a cui non seguono provvedimenti concreti. Tante buone leggi sulla carta, pochi decreti attuativi. Consigli dei Ministri lunghissimi, risultati pochini (la famosa montagna che partorisce il topolino). E intanto il tempo passa inutilmente. E intanto il Paese resta fermo, ancorato al passato.

Il male dell'Italia è una eccessiva burocrazia. Si parla tanto di semplificazione ma ahinoi di semplice non c'è nulla. Ci si affida alle tecnologie per semplificare, ma non si danno alle P.A. e ai cittadini gli strumenti per trarre il meglio dalle tecnologie. Non basta promettere un computer per ogni studente, se poi alcuni insegnanti non sanno nemmeno che farsene di un computer. Non basta rendere tutte le pratiche telematiche se poi la struttura informatica è debole o il personale amministrativo non è in grado di gestirla.

Non si può parlare di sviluppo, promozione dell'imprenditoria giovanile e lasciare che per un giovane che decida di mettersi in proprio i costi superino i guadagni.

Il merito del Governo Monti è quello di aver sicuramente dettato una agenda. La mia grande preoccupazione è che, dopo Monti, resti solo l'agenda ma non vi sia alcuna forza politica intenzionata davvero ad attuarla.

Cambiare perché tutto resti uguale, questo il modo di ragionare che ci ha ridotto nelle condizioni in cui ci troviamo. Inutile dire che è il momento di invertire la rotta....

mercoledì 19 settembre 2012

Vietato Ridere: Fermare il declino

Vietato Ridere: Fermare il declino: Ho aderito a Fermare il declino , fondata questa estate da Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro...