mercoledì 8 ottobre 2014

mia lettera alla nuova DN del PLI - considerazioni a margine del congresso

LETTERA DI UN GIOVANE TESSERATO

Cari membri della nuova Direzione Nazionale del PLI,

a tutti Voi anzitutto un augurio di buon lavoro. Confido e confidiamo (penso di poter parlare in questo senso anche a nome di tutti gli iscritti) in tutti in Voi - e non mancherò/mancheremo di attivarci per supportarvi al massimo - per una nuova stagione di battaglie politiche che veda in prima linea sui territori e a livello nazionale il nostro storico Partito.

Ma lasciate che brevemente mi presenti perchè sono abbastanza nuovo all’interno di questo movimento e ahimè non ho potuto per motivi professionali sopravvenuti vivere assieme a voi la magica esperienza del Congresso di Roma/ho avuto per il momento contatti solo con pochi di voi. Ho 29 anni, un dottorato di ricerca, sono avvocato, consigliere comunale di un piccolo paese della Brianza - vi scrivo dalla provincia di Lecco. Non sono nuovo quanto a esperienze politiche, vengo da due anni di attiva militanza in Fare per Fermare il Declino. Tralascio le motivazioni che mi hanno portato al PLI e vengo direttamente al succo della mia lettera.

Ho seguito gli interventi congressuali da Radio Radicale e trovato spunti interessanti.

Primo tra tutti quello più volte evidenziato in diversi interventi che se vogliamo tornare a far conoscere il Partito Liberale, la prima cosa che dobbiamo fare è battere il territorio, farci identificare dalla gente, portare nei consigli comunali nostri amministratori, stringere attraverso le realtà locali legami con la gente, diventare dei punto di riferimento, farci conoscere come gente per bene e onesta, gente che lavora, gente che ha davvero a cuore il bene comune. Solo così - e lo sostenevo già in tempi non sospetti, ai congressi di Fare - potremo farci conoscere nuovamente sul territorio, radicarci e pensare di poter gareggiare anche sul livello nazionale. Ovviamente non dobbiamo trascurare la politica nazionale. Ma anche qui il modo migliore è quello dei gazebo e volantinaggi sul territorio. Soprattutto nella prima fase, saremo pochi ma non dobbiamo scoraggiarci. Se non potremo fare un gazebo perchè siamo troppo pochi, saranno anche solo sufficienti azioni sparse di volantinaggio e qualche comunicato stampa sulle testate locali. Purchè circoli nuovamente il nostro simbolo, il nostro nome.

Non dimentichiamoci poi che in realtà non saremo mai soli. Perchè i liberali sono tanti...ma dispersi! 
E allora, e qui riprendo un secondo argomento toccato nel congresso, ben venga la raccolta di tutte le sigle liberali, ben venga il dialogo tra i vari movimenti, ben vengano iniziative congiunte. Ottima a tal riguardo l’iniziativa partita proprio dal nostro PLI per l’abolizione delcanone RAI, bellissimo il Liberal Camp, apprezzatissimi i saluti degli altri partiti al nostro congresso. E sapete che c’è? Anche la fallimentare esperienza di Scelta Europea tutto sommato è servita a qualcosa: a farci incontrare, conoscere, lavorare assieme tutti quanti.

Terzo tema: la collocazione e l’identità del PLI. Un tema sicuramente complesso ma che forse è prematuro affrontare già oggi. Dobbiamo anzitutto ripartire dai territori, farci conoscere e crescere numericamente. Solo quando saremo strutturati potremo decidere se stare a destra, sinistra o al centro. Per il momento dobbiamo semplicemente affermare la nostra identità liberale in un paese che tutto è fuorchè liberale - citando Luigi Zingales, essendo l’Italia un paese socialista, oggi altro non siamo che dei Panda che rischiano l’estinzione. Fortunatamente estinti non siamo - e di ciò vanno ringraziate anche le Presidenze precedenti - ma il rischio estinzione è sempre alto, specie con uno scenario politico e una legge elettorale che portano verso un bipolarismo. Quindi riaffermiamo la nostra identità, innalziamo le nostre percentuali. Se stare a destra o a sinistra poi non sarà un discorso di convenienza politica ma di affinità. Auspico se ci saranno alleanze con quel partito che più di ogni altro ci darà garanzie di tutela della libertà individuale e di apertura al mercato. Ma lo ripeto, per ora il problema non si pone. Pensiamo a crescere.

Quarto e ultimo tema che mi pare importante è quello organizzativo. A tal proposito i migliori auguri di buon lavoro al Coordinatore Nazionale Organizzativo Daniele Toto cui spetta un compito di enorme importanza. Far in modo che il partito dialoghi e le informazioni circolino a tutti i livelli è di estrema importanza, ma al contempo una delle sfide più difficili specie in un contesto come quello attuale dove l’avvento dei new media ha rivoluzionato il modo di comunciare e le aspettative degli utenti sono sempre più alte. 

Da ultimo vorrei toccare un punto che, forse non in maniera esplicita, è stato trattato (o se è stato trattato colpevolmente me lo sono fatto sfuggire nell’ascoltare via web gli interventi): i Giovani Liberali Italiani. Proprio mentre si celebrava il nostro congresso, il sito web Formiche.net dava ahinoi l’annuncio delle dimissioni del Segretario Nazionale Giovanile e dei giovani al suo seguito. Essendo nuovo in questa casa, non ho ben afferrato i motivi della scelta dei giovani e attenderò i comunicati ufficiali. Penso che però sia un segnale che in ogni caso debba essere approfondito dalla nuova Direzione Nazionale. Auspico contatti, incontri, un confronti franco tra tutti ma che la spaccatura venga sanata e si riesca a trovare tra tutti un accordo. Se posso permettermi, non sottovalutate mai i giovani. I giovani sono una grande ricchezza. Hanno (abbiamo, mi ci metto dentro anch’io ovviamente) voglia di fare, capacità di sognare e volare alto ma al contempo ritornare coi piedi per terra e affrontare la realtà. Abbiamo progettualità, competenze che siamo desiderosi di mettere al servizio del partito e della comunità. Ho avuto l’onore, quando ero in Fare, di partecipare alla nascita del Forum “Giovani per Fare” - un’opportunità straordinaria, un’esperienza che non dimenticherò. Se oggi, nonostante tutto, Fare è ancora vivo e si sta riorganizzando un grosso merito va ai ragazzi che
si sono impegnati, ci hanno messo la faccia perchè non si rassegnavano a vedere morire l’unico partito che li rappresentava. Io ho combattuto quella battaglia, correndo come candidato allaDirezione Regionale Lombarda, per esempio. Oggi ho deciso di correre la mia battaglia altrove, qui in questa nuova casa / le mie idee sono sempre le stesse ma ho deciso di metterle al servizio di un diverso contenitore politico. 

Auspico che il Partito Liberale Italiano possa ritornare sulla scena politica e possa venire riscoperto da chi già ha avuto la possibilità di conoscerlo ed apprezzarlo e possa invece essere scoperto dai giovani. Mi auguro che i giovani possano conoscere i Grandi Maestri cui si rifanno le nostre idee ma che soprattutto possano vedere nel caro vecchio Partito Liberale il contenitore perfetto per far viaggiare le loro battaglie e sollevare le loro istanze: per una rivoluzione autenticamente liberale improntata su libertà, individuo, merito, responsabilità. 

Con stima e rinnovandovi gli auguri di buon lavoro

EDOARDO COLZANI

Nessun commento:

Posta un commento