Non posso esimermi dal prendere posizione in merito al dibattito che sta nascendo su questa testata in merito alla fusione dei comuni. Un tema a me caro e sul quale avevo già avuto modo di esprimermi tempo fa sempre su questo portale, con riguardo in particolare alla mia realtà locale (Barzanò): auspicavo allora come auspico adesso un processo di fusione coi comuni limitrofi: Viganò, Sirtori, Cremella. Sì perché a me le cose fatte a metà non piacciono. E se devo riconoscere che l'unione dei servizi è pur sempre un passo a vanti, non posso rassegnarmi ad accettare che oltre non si possa andare. Forse semplicemente non lo si vuole. I vantaggi della fusione sono stati ben sintetizzati da Giovanni Zardoni e dunque non intendo aggiungere altro al riguardo.
Anche la individuazione del percorso istituzionale da seguire mi sembra corretta e la appoggio. Voglio allora inserirmi nel dibattito e dare il mio contributo a partire da alcune osservazioni all'intervento di Claudio Brambilla. In primo luogo,è vero ahinoi che i lombardi, ma più in generale gli italiani, sono un popolo che si rassegna facilmente. Siamo sudditi di uno Stato che calpesta i nostri diritti e che ci spreme quotidianamente ogni giorno di più. Il rapporto Stato contribuente è un rapporto totalmente sbilanciato. I comuni oggi si trovano loro malgrado ad essere gli esecutori di forsennate politiche fiscali che provengono dall'alto e ciò peraltro senza averne alcun ritorno ma anzi solo tagli. In secondo luogo, condivido l'appello ai nostri parlamentari locali affinché sempre più si facciano portatori delle istanze delle realtà territoriali che rappresentano. Tuttavia non condivido la diffidenza di Brambilla verso la fusione.
Cancellare secoli di storia...bah non è detto. Qui non si sta parlando di cancellare identità e tradizioni. Si sta parlando di operare una semplificazione del sistema di rappresentanza territoriale, di ottimizzazione delle risorse umane, di servizi potenzialmente più efficienti. Nulla toglie che identità e tradizioni possano comunque sopravvivere e anzi uscirne rafforzate. Il fatto che lo Stato, anche una volta operata la fusione, proseguirà con la sua attività di sottrazione delle risorse (ahinoi lo temo anch'io) non ci deve comunque far perdere di vista i benefici che in ogni caso nell'immediato la fusione dei comuni ci può dare e che Zardoni ha già ricordato: taglio ai costi della politica, risparmio in termini di spesa nella gestione degli uffici e dei servizi, un solo bilancio, una maggiore efficienza e una visione di insieme territoriale. Concludo rilanciando un appello già lanciato tempo fa ai comuni limitrofi a Barzanò: iniziamo anche noi, con serietà e senza pregiudizi, a discutere di fusione, avviamo uno studio, sentiamo i cittadini. Da parte mia piena disponibilità.
Anche la individuazione del percorso istituzionale da seguire mi sembra corretta e la appoggio. Voglio allora inserirmi nel dibattito e dare il mio contributo a partire da alcune osservazioni all'intervento di Claudio Brambilla. In primo luogo,è vero ahinoi che i lombardi, ma più in generale gli italiani, sono un popolo che si rassegna facilmente. Siamo sudditi di uno Stato che calpesta i nostri diritti e che ci spreme quotidianamente ogni giorno di più. Il rapporto Stato contribuente è un rapporto totalmente sbilanciato. I comuni oggi si trovano loro malgrado ad essere gli esecutori di forsennate politiche fiscali che provengono dall'alto e ciò peraltro senza averne alcun ritorno ma anzi solo tagli. In secondo luogo, condivido l'appello ai nostri parlamentari locali affinché sempre più si facciano portatori delle istanze delle realtà territoriali che rappresentano. Tuttavia non condivido la diffidenza di Brambilla verso la fusione.
Cancellare secoli di storia...bah non è detto. Qui non si sta parlando di cancellare identità e tradizioni. Si sta parlando di operare una semplificazione del sistema di rappresentanza territoriale, di ottimizzazione delle risorse umane, di servizi potenzialmente più efficienti. Nulla toglie che identità e tradizioni possano comunque sopravvivere e anzi uscirne rafforzate. Il fatto che lo Stato, anche una volta operata la fusione, proseguirà con la sua attività di sottrazione delle risorse (ahinoi lo temo anch'io) non ci deve comunque far perdere di vista i benefici che in ogni caso nell'immediato la fusione dei comuni ci può dare e che Zardoni ha già ricordato: taglio ai costi della politica, risparmio in termini di spesa nella gestione degli uffici e dei servizi, un solo bilancio, una maggiore efficienza e una visione di insieme territoriale. Concludo rilanciando un appello già lanciato tempo fa ai comuni limitrofi a Barzanò: iniziamo anche noi, con serietà e senza pregiudizi, a discutere di fusione, avviamo uno studio, sentiamo i cittadini. Da parte mia piena disponibilità.
Edoardo Colzani - Consigliere Comunale di Barzanò (PLI-Partito Liberale Italiano)
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