La leadership berlusconiana è definitivamente in crisi.
A Berlusconi vanno indubbiamente attribuiti numerosi meriti, in primis quello di aver contribuito alla creazione di un bipolarismo facendo emergere le istanze di una destra liberale.
L'assetto politico è però cambiato e le distinzioni di destra e sinistra superate, così come lo scenario politico decisamente mutato anche a seguito dalla nascita del fenomeno 5 stelle che ha determinato il superamento del bipolarismo.
La Lega da partito secessionista e con consensi solo al Nord Italia è diventato un partito di Destra, con un radicamento su tutto il territorio nazionale. Salvini ha fatto un lavoro egregio di rinnovamento del suo partito, ha avuto coraggio.
Prima delle elezioni il centrodestra si era dato una regola ben precisa: il leader della coalizione sarebbe stato individuato sulla base del risultato elettorale.
Orbene è pacifico che il leader del centrodestra sia oggi Matteo Salvini. Berlusconi deve prenderne atto e farsi da parte. A pensarci, sarebbe anche un modo dignitoso di uscire dalla politica, rivendicando il merito di aver creato e mantenuto unito il centrodestra e agevolando un passaggio generazionale.
Di Maio ha ben capito le dinamiche del centrodestra tanto da aver rifiutato di incontrare Berlusconi, così riconoscendo la legittimazione di leader del centrodestra a Matteo Salvini.
Berlusconi deve fare un passo da parte, anche per agevolare la formazione del governo. Non significa essere irriconoscenti o voler cacciare Berlusconi, che resterà sempre un punto di riferimento per l'area di centrodestra. Si tratta di rispettare le regole del gioco, riconoscere la piena legittimazione a Matteo Salvini e passare il testimone nella guida della coalizione di centrodestra.
Salvini sta dimostrando di sapersi muovere bene, con senso delle Istituzione e con le idee chiare.
Il centrodestra tutto ora si deve riunire attorno alla leadership salviniana e unire le forze per la realizzazione del programma di governo.
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