Circolano in questi giorni su internet notizie allarmanti:
http://www.studiocataldi.it/articoli/22531-l-infelicita-degli-avvocati-e-come-risolverla.asp
http://www.studiocataldi.it/articoli/22487-un-terzo-degli-avvocati-ha-problemi-con-l-alcol-e-il-28-percento-soffre-di-depressione-colpa-dello-stress.asp
Gli avvocati sarebbero persone infelici, facilmente tendenti alla depressione e in molti casi attratti dall'alcool. Che squallida immagine!
Ma al di là della notizia che ovviamente ha fatto il giro dei gruppi facebook, occorre fare una seria riflessione.
Certo, per come descritta, la questione è un po' portata all'esasperazione però....ci sono degli aspetti su cui vale la pena soffermarsi. Io stesso come avvocato faccio una auto-analisi.
Cito alcuni passi del primo articolo sopra menzionato:
Orari ed attese stressanti, carichi di lavoro spesso inumani, regole procedurali rigide che espongono al continuo rischio di errori e conseguenti responsabilità: a fronte di tutto questo, trovare un equilibrio tra la propria vita privata e quella lavorativa è sostanzialmente impossibile.
Vero che siamo sottoposti ad attese stressanti, vero che il carico di lavoro spesso è gravoso, specie come nel mio caso se sei da solo a portare avanti lo studio, vero che ahinoi le regole del gioco sono sempre più rigide e complicate e di sbagliare, incolpevolmente, può capitare, con tutte le possibili conseguenze e dunque il sorgere di responsabilità che ben il cliente potrebbe invocare contro di noi e dalle quali dobbiamo tutelarci.
E' ovvio che tutto ciò influisca sulla vita privata nella misura in cui il nostro è un lavoro totalizzante, nel quale non esiste l'orario d'ufficio e nel quale non hai un superiore che si assume responsabilità al posto tuo, L'altro giorno ero in trasferta a Genova e ne ho approfittato per un pomeriggio al mare: beh non me lo sono goduto fino in fondo, la mia testa era comunque sul lavoro. Perchè del resto questo lavoro lo amo, lo faccio con passione, è una sorta di missione.
Risolvere i problemi relativi all'equilibrio vita-lavoro è complesso e richiede grandi, grandissimi sforzi. E dato che gli avvocati non hanno datori di lavoro non si può far altro che contare su se stessi.
Provare qualche volta a guardare con occhi diversi la realtà che è fuori dalle aule dei tribunali, può aiutare a scoprire che c'è un mondo fatto di persone, di emozioni, di affetti a cui non si può rinunciare.
Sacrosanta verità. Condivido e sottoscrivo.
Forse non tutti sanno che le percentuali di divorzio o separazione nelle coppie in cui almeno uno dei due è avvocato sono molto oltre la media: l'impossibilità di bilanciare lavoro e tempo libero da dedicare a sé stessi e alla propria famiglia provoca, alla lunga, fratture insanabili.
Vabbè prima di commentare questo pezzo magari, dovrei prima trovare qualche spirito nobile che abbia voglia di sopportarmi;)
Nessun commento:
Posta un commento