giovedì 28 dicembre 2017

L'insegnamento di Gualtiero Marchesi...ovvero basta con gli esami!

Nell'apprendere della scomparsa di Gualtiero Marchesi, sono venuto a conoscenza di un particolare che ignoravo.

Marchesi avrebbe ad un certo punto della sua carriera rifiutato le stelle Michelin, asserendo di essere stufo di essere esaminato, rivendicando un diritto a potersi liberamente esprimere nel lavoro e venire giudicato solamente dal mercato, dalla clientela.

Marchesi coglie a mio avviso nel segno.
Se è vero che gli esami non finiscono mai, come diceva De Filippo, è anche vero che agli stessi debba essere dato un giusto peso a seconda delle circostanze.

Trovo assurdo che in particolar modo in Italia sia richiesta una abilitazione, un certificato per fare qualsiasi cosa.

Una volta che si è entrati nel mondo del lavoro io credo che non debbano essere (solo) i certificati a parlare.

Deve essere la nomea che ci si crea tra i clienti col proprio operato, deve essere la stima e il rispetto che ci si guadagna dai colleghi, deve essere la capacità di fare cose dimostrata sul campo e nel quotidiano.

Abbandonando il campo della cucina e venendo al campo delle professioni in cui opero, penso che sia una degenerazione quella di pretendere che un professionista possa fare certe attività solo se abilitato.

Forse che la formazione universitaria di base non serve a nulla?

Forse che il superamento di un esame di stato non sia sufficiente?

E' il superamento dell'ennesimo esame teorico a dimostrare cosa io professionista so fare o i risultati che ottengo giorno per giorno col mio lavoro?

Un certificato appeso alla parete tutela di più dell'assunzione concreta di Responsabilità per il proprio operato?

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